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Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.02.2019 L'Iran come lo vede il TG1 Rai
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 08 febbraio 2019
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «L'Iran come lo vede il TG1 Rai»

L'Iran come lo vede il TG1 Rai
Commento di Deborah Fait

http://www.tg1.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-935522a7-ff9a-4154-b735-acd86539b65f-tg1.html#p=0

 I telegiornali di Rai 1 manifestano spesso scarso equilibrio quando trattano determinati argomenti, della serie due pesi e due misure su Usa, Iran e Israele.
Al TG delle 13.30 del 6 febbraio, commentando la reazione dell'Iran al discorso di Donald Trump sullo stato dell'Unione, Giovanna Botteri definisce le parole di Trump come "il discorso più convenzionale del Presidente degli stati Uniti".
Quando si tratta di Trump la Botteri non riesce proprio ad essere asettica e neutrale. Nessun commento invece sulle incredibili esternazioni dell'Iran: "Non siamo antisemiti", un silenzio colpevole tanto più che la Rai non ha mai avuto il coraggio di pronunciare parole di condanna per le quotidiane minacce degli ayatollah e dei generali di Teheran contro Israele.
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Giovanna Botteri, sempre contro Trump,
indifferente ai crimini dell'Iran

Non è mai stato condannato il disegno folle di spazzare Israele dalla carta geografica del pianeta, non hanno mai parlato del famoso orologio che scandisce le ore e i minuti che ancora separano dalla distruzione totale dello stato ebraico.
E adesso, di fronte a quel "Non siamo antisemiti" ancora silenzio. Le parole false, ipocrite, vergognose degli ayatollah non devono sorprendere, fanno parte di quella subcultura che consente, anzi approva, la Taqiya, ovvero l'arte del mentire, dissimulare.

Ne avevamo avuto la prova anni fa durante il discorso di Ahmadinejad alla Columbia University quando, tra gli applausi di una platea di idioti patentati, aveva gridato orgoglioso "In Iran non abbiamo omosessuali". Gli studenti e i docenti rossi della Columbia, spellandosi le mani per l'entusiamo di avere di fronte quel mostro, non si sono soffermati a pensare che l'Iran, visto che li impiccava, non poteva negarne l'esistenza. Pochi giorni fa è stato impiccato un ragazzo di 16 anni con l'accusa di essere gay.

Quindi l'Iran non è antisemita, dicono gli ayatollah. Vediamo di fare un po' di chiarezza. Gli ebrei vivono in Iran da 2700 anni, hanno contribuito a rendere grande la Persia fino all'arrivo dell'islam di Khomeini quando incominciarono le persecuzioni.
L'ultimo periodo d'oro della comunità ebraica è stato durante il regno dello Scià Reza Pahlavi e della moglie Farah Dibah, quando vivevano in Persia circa 80.000 ebrei per lo più di classe sociale elevata e molto colta.
Dopo l'esilio dello Scià e la presa del potere dell'ayatollah Khomeini che trasformò la Persia in Iran, la sorte degli ebrei incominciò a farsi pericolosa, moltissimi fuggirono in Israele e negli Stati Uniti e quelli che rimasero dovettero adattarsi al regime per sopravvivire. Chi non lo faceva e dimostrava amore per Israele scompariva improvvisamente, chiunque fosse sospettato di attività sionista veniva giustiziato senza tanti complimenti e senza processi.
Nel 1979 Khomeini dichiarò a Radio Teheran: " Noi facciamo una distinzione tra ebrei e sionisti. Siamo contro i sionisti perchè non sono ebrei". Divertente, del resto non ci si può aspettare niente di meglio da chi parla di furto delle nuvole da parte di Israele o di aquile al servizio del Mossad. Dunque chi è sionista non è ebreo ma appartiene a una razza, e lasciatemi scrivere questa parola proibita dal politicamente corretto ma che rende a perfezione l'idea, senza la solita lagna che l'unica razza è quella umana. Beh non lo è per tutti, certo non per l'Iran che considera Israele, con il suo carico di 7 milioni di ebrei…sionisti, degno di essere distrutto nel nome di Allah.

Come Hitler. Naturalmente questo atteggiamento portò profondi cambiamenti all'interno della comunità ebraica tanto che alcuni intellettuali ebrei istituirono un comitato antisionista radicale dando pieno supporto alla Rivoluzione islamica iraniana. Chissà come mai gli intellettuali, sotto qualsiasi latitudine e non solo ebrei, finiscono col diventare traditori della patria, qualsiasi essa sia. E' un fenomeno che andrebbe approfondito. Dunque, per tornare al discorso del "Noi non siamo antisemiti", dopo la fuga di quasi 50.000 ebrei, quelli rimasti sono iraniani a tutti gli effetti, fedeli al regime, quindi ben trattati perché, essendo ricchi, colti e dell'alta borghgesia, fanno comodo.

E' lo stesso discorso degli omosessuali, dicono di non ce ne sono perché li ammazzano e gli ebrei rimasti nel regime non vengono perseguitati perché o sono fuggiti, o sono stati giustiziati, o languono nelle carceri segrete dei pasdaran oppure si sono completamente riciclati.
Odiare i sionisti, odiare Israele significa esattamente essere antisemiti. La domanda è: quando la Rai avrà uno scossone di dignità e informerà gli italiani che l'Iran ogni giorno dell'anno parla di distruggere l'unica democrazia del Medio Oriente e si prepara a farlo non solo a parole, come qualcuno pensa, ma con i fatti: bomba atomica e centinaia di migliaia di missili ?

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


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