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La Stampa Rassegna Stampa
07.02.2019 Usa: Donald Trump vola nei sondaggi, il 76% degli americani è con lui
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 07 febbraio 2019
Pagina: 12
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Trump, mano tesa ai democratici: 'Basta vendette, collaboriamo'. Ma sul muro tira dritto: lo farò»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/02/2019, a pag. 12 con il titolo "Trump, mano tesa ai democratici: 'Basta vendette, collaboriamo'. Ma sul muro tira dritto: lo farò" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

Il discorso sullo stato dell’Unione di martedì sera ha rappresentato l’inizio ufficioso della campagna di Trump per la rielezione nel 2020. Da una parte, infatti, il presidente ha teso la mano ai democratici invitandoli a collaborare, per proiettare una nuova immagine del “leader in carica” responsabile che cerca di attirare i voti degli elettori indipendenti.
Dall’altra, però, ha ribadito i punti già noti del suo programma, dall’immigrazione alla politica estera, per presentare la sua visione e tenere unita la base, proponendo anche di vietare gli aborti a gravidanza avanzata. Interessante poi il rifiuto del socialismo, un chiaro riferimento alle idee avanzate dai nuovi parlamentari democratici come Alexandria Ocasio-Cortez, che lui intende usare a fini interni per dipingere i suoi avversari come estremisti irresponsabili e pericolosi.

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Donald Trump

Le aperture
«Dobbiamo rigettare la politica della vendetta, della resistenza, della rappresaglia, e abbracciare le potenzialità senza limiti della cooperazione, il compromesso e il bene comune». Sono le parole che ha usato per tendere la mano ai democratici. La Speaker Pelosi ha applaudito polemicamente, perché è l’esatto contrario di quanto lui ha fatto finora. Secondo la «Cbs», però, il 76% dei telespettatori ha approvato il tono del discorso, che quindi ha avuto l’effetto sperato fra gli indipendenti.

La sfida dell’economia
È il vero cavallo di battaglia bipartisan, su cui Trump punta per essere rieletto: «In America è in corso un miracolo economico, che può essere fermato solo da guerre futili, politica e investigazioni inutili». I numeri che ha citato non erano tutti corretti, ma il messaggio è chiaro: se volete continuare ad avere il portafoglio pieno, non dovete abbandonarmi. E questo riguarda anche le inchieste, tanto quelle del procuratore Mueller e dei magistrati ordinari, quanto quelle del Congresso, che secondo lui sono cacce alle streghe capaci di deragliare la crescita e il futuro degli Usa.

Immigrazione
Qui Trump è tornato a rivolgersi alla sua base, prendendo questo impegno: «I muri funzionano. Io costruirò quello che ho promesso». Gli analisti più ottimisti hanno notato che non ha lanciato ultimatum, non ha minacciato di dichiarare l’emergenza nazionale, ha prospettato una barriera non di cemento che non coprirebbe l’intero confine col Messico, e ha invitato i democratici a negoziare per trovare un compromesso nel nome della sicurezza del paese. Il 15 febbraio però scadono i finanziamenti dello stato approvati per mettere fine alla serrata (shutdown) di Natale, e quindi il vero test pratico delle sue intenzioni è imminente.

L’incontro con Kim a fine mese
Trump ha annunciato che il 27 e 28 febbraio incontrerà ancora Kim Jong Un in Vietnam, per finalizzare i dettagli del disarmo nucleare nordcoreano. Ha giustificato l’uscita dal trattato sui missili nucleari a raggio intermedio col fatto che la Russia lo violava, e quindi ha avvertito: «Può darsi che riusciremo a negoziare un nuovo accordo che includa altri paesi, come la Cina. O forse non ci riusciremo, e allora investiremo più di tutti gli altri nell’innovazione» dell’arsenale. Il presidente ha detto che «le grandi nazioni non combattono guerre infinite», giustificando così la decisione di ritirarsi dalla Siria, e negoziare con i taleban in Afghanistan.
«Il regime radicale in Iran» resta però «il principale sponsor mondiale del terrorismo». Perciò la sua amministrazione lo ha sfidato e continuerà a farlo. Stesso discorso per Maduro in Venezuela, che ha usato anche per denunciare il socialismo. Invece ha ribadito l’ottimismo riguardo la possibilità di trovare un accordo con la Cina sui commerci.

I punti di contatto
Per dare sostanza alla mano tesa, Trump ha toccato anche una serie di temi unificanti. Partendo dalla sfida all’Iran, ha denunciato l’antisemitismo risorgente, e lo ha fatto esaltando il meglio dell’America, come i veterani della Seconda guerra mondiale che avevano liberato i campi di concentramento, o il poliziotto che ha fermato la strage di ottobre nella sinagoga di Pittsburgh. Ha lanciato una campagna per fermare il contagio dell’Aids negli Usa entro il 2030, e per sconfiggere il cancro soprattutto nei bambini.
Pelosi è scettica e ha rivendicato il dovere di continuare le inchieste. Ora tocca a lui dimostrare se questa strategia ha sostanza, in vista delle presidenziali dell’anno prossimo.

 

 

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