Riprendiamo dal SOLE 24 ORE di oggi, 01/02/2019, a pag. 27, con il titolo "Iran, al via lo scudo Ue per proteggere le imprese dalle sanzioni Usa", l'articolo di Beda Romano.
Il quotidiano di Confindustria saluta con favore la cordata europea che vorrebbe aggirare le sanzioni Usa e così proseguire la stipula di ricchi affari con il regime criminale degli ayatollah iraniani. Business is business: ancora una volta gli interessi economici calpestano i diritti umani, che l'Iran viola sistematicamente. Ricordare la Germania nazista è doveroso.
Ecco l'articolo:
Beda Romano
Dopo un tira-e-molla dell'ultimo minuto, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno annunciato ieri la nascita di uno speciale veicolo con il quale preservare gli scambi commerciali con l'Iran, nonostante le sanzioni extraterritoriali americane. Incerto l'impatto economico di un gesto che politicamente è invece notevole. È evidente il desiderio dell'Unione europea di difendere la sua sovranità economica dinanzi alle frequenti azioni unilaterali dell'Amministrazione Trump. Parlando da Bucarest, dove si sta svolgendo una riunione ministeriale, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, ha spiegato lo spirito dell'iniziativa europea: «Siamo fermamente convinti» che lo strumento il quale aiuterà a evitare le sanzioni degli Stati Uniti contro l'Iran «serva a mantenere la sicurezza in Europa». Con questo meccanismo, ha aggiunto, «manteniamo viva la possibilità di fare affari» per le nostre imprese, «e mettiamo in chiaro che l'Unione rispetta i propri impegni». Concretamente il veicolo sarà una specie di camera di compensazione, per consentire alle aziende europee di evitare le sanzioni extra-territoriali reintrodotte dagli Stati Uniti l'anno scorso quando Washington ha accusato Teheran di non rispettare l'accordo sul nucleare (noto con l'acronimo inglese JCPOA).
Di altro avviso sono su questo aspetto l'Unione europea e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica di Vienna(si veda Il Sole 24 Ore del 27 gennaio). Concretamente, il veicolo dovrebbe far sì che un esportatore europeo verso l'Iran venga pagato da un importatore europeo di prodotti iraniani. In un primo tempo verrà utilizzato per prodotti agroalimentari e farmaceutici così come macchinari medici. È da notare che la nascita del veicolo anticipa di qualche giorno un vertice organizzato a Varsavia il 13-14 febbraio da Stati Uniti e Polonia tutto rivolto a contrastare l'Iran in Medio Oriente. È chiaro l'intento europeo di prenderne le distanze. Il nuovo veicolo, noto con l'espressione inglese Instrument in Support of Trade Exchanges (INSTEX), è stato registrato in Francia, e sarà gestito da un ex banchiere tedesco di Commerzbank, Per Fischer. Secondo Les Petites Affiches, una gazzetta parigina di annunci legali, il capitale iniziale sarà di 3.000 euro e la durata della società di diritto privato è fissata a 99 anni. Il nuovo strumento sarà aperto a paesi europei e terzi. L'obiettivo è di preservare gli scambi con l'Iran pur di salvaguardare l'accordo sul nucleare.
Più volte, negli ultimi mesi Teheran ha minacciato di abbandonare il JCPOA in assenza di garanzie sul fronte economico. Il vice ministro degli affari esteri iraniano Abbas Araqchi ha reagito positivamente, definendo lo speciale veicolo commerciale un primo passo. Detto ciò, ci vorrà tempo perché il meccanismo sia funzionante. Spiegava ieri un diplomatico europeo: «Tra le altre cose, bisogna che l'Iran metta in piedi un sistema simile che si specchi in quello europeo». Oltre al veicolo, l'Unione europea sta negoziando una dichiarazione sui rapporti con l'Iran. Diplomatici qui a Bruxelles spiegano che il testo è un compromesso tra le diverse anime comunitarie. Conterrà parole positive sul nuovo strumento messo a punto da Francia, Germania e Regno Unito, ma esorterà nel contempo Teheran a mantenere la stabilità nella sua regione, con un occhio in particolare alla crisi in Siria e nello Yemen. La pubblicazione del testo è attesa per lunedì.
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