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Il Foglio - Il Manifesto Rassegna Stampa
31.01.2019 Eurovision in Israele: parte dall'Inghilterra con i soliti noti l'appello per il boicottaggio in stile nazista
E il Manifesto lo difende

Testata:Il Foglio - Il Manifesto
Autore:
Titolo: «'La Bbc deve boicottare l’Eurovision'. Perché? Ma è ovvio, perché sarà in Israele - Eurovision , celebrità inglesi contro Israele»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 31/01/2019 a pag.2 con il titolo " 'La Bbc deve boicottare l’Eurovision'. Perché? Ma è ovvio, perché sarà in Israele" l'analisi di Micol Flammini; dal MANIFESTO, a pag. 13, la breve "Eurovision , celebrità inglesi contro Israele".

Il Manifesto pubblica l'appello al boicottaggio del festival musicale Eurovision - firmato da una cinquantina di odiatori di Israele, sempre i soliti - perché la prossima edizione si terrà in Israele. Il quotidiano comunista continua con una linea di aperta ostilità allo Stato ebraico che non si ferma neanche di fronte al boicottaggio in stile nazista. Equilibrata e informativa, invece, l'analisi di Micol Flammini sul Foglio.

Ecco gli articoli:

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IL FOGLIO - Micol Flammini: " 'La Bbc deve boicottare l’Eurovision'. Perché? Ma è ovvio, perché sarà in Israele"

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Micol Flammini

Roma. Quest’anno l’Eurovision sarà ospitato da Israele. Così deve essere, la passata competizione musicale è stata vinta dall’israeliana Netta Barzilai e il regolamento prevede che sia il paese dell’ultimo vincitore a organizzare l’evento successivo. Ma si tratta di Israele – già l’anno scorso la povera Barzilai era stata accusata di tutto, anche di appropriazione culturale soltanto per essersi presentata sul palco vestita da giapponese –, la nazione che sempre, qualsiasi cosa faccia o dica, si trascina dietro critiche prevedibili e scriteriate. Così un manipolo di esponenti della cultura britannica ha inviato una lettera alla Bbc per chiedere all’emittente televisiva di cancellare la copertura dell’evento perché anche se l'Eurovision dovrebbe essere “intrattenimento, non si può essere esenti dal fare considerazioni sui diritti umani”. E hanno aggiunto i firmatari: “Non possiamo ignorare la sistematica violazione israeliana dei diritti umani palestinesi”. Da Vivienne Westwood a Peter Gabriel, da Mike Leigh a Julie Christie, da Maxine Peake a Roger Waters, la lettera accorata, che segue una già inviata a settembre del 2018 per chiedere agli organizzatori del festival di trasferire il concorso in un paese che ha “ un rispetto maggiore per i diritti umani”, chiede all’emittente di boicottare lo stato ebraico. La prossima settimana, Londra sceglierà il nome dell’artista che rappresenterà la nazione al festival e lo farà nell’ambito di una trasmissione sempre della Bbc, dal titolo “You decide”, “Tu decidi”. Il titolo del programma ha offerto ai firmatari lo spunto per una riflessione che rivela la mancanza di buon senso contenuta nella lettera: “Per qualsiasi artista dotato di coscienza, questo – rappresentare la propria nazione in Israele – sarebbe un dubbio onore. Loro e la Bbc dovrebbero prendere in considerazione che ‘You decide’ – Tu decidi –, non è un principio esteso ai palestinesi che non hanno la possibilità di decidere di mandare via l’occupazione militare israeliana e di vivere liberi dall’apartheid”. Eurovision è un evento musicale, nato con lo scopo di offrire un programma televisivo che attraverso la musica unisca e coinvolga vari paesi. Chiedere di boicottare, oscurare, condannare il festival perché si svolge in un paese che ancora lotta per la propria esistenza, tradisce lo scopo stesso del concorso. Questa lettera si aggiunge alla serie di iniziative – di recente la Malaysia ha vietato l’ingresso agli israeliani alle Paraolimpiadi del 2020 – contro Israele, uno stato democratico che le campagne di boicottaggio promosse da personaggi della cultura insegnano a odiare.

IL MANIFESTO: "Eurovision , celebrità inglesi contro Israele"

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Circa 50 personalità britanniche del mondo della musica, della cultura e della moda hanno firmato un appello pubblico - affidato alla colonne del Guardian - nel quale invocano il boicottaggio di Eurovision Song 2019, in programma quest'anno in Israele, denunciando quelle che definiscono «le violazioni dei diritti dei Palestinesi”. «Eurovision è forse un intrattenimento leggero - scrivono i firmatari fra cui i registi Ken Loach e Mike Leigh, la stilista Vivienne Westwood e icone rock come Roger Waters o Peter Gabriel -, ma non può essere esentato dal tener conto dei diritti umani né ignorare la violazione sistematica dei diritti dei Palestinesi da parte d'Israele». Il festival sarà trasmesso in Gran Bretagna dalla Bbc che ha già respinto l'invito al boicottaggio.

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