Israele verso le elezioni: ritratto di Benny Gantz Commento di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 30 gennaio 2019 Pagina: 15 Autore: Giordano Stabile Titolo: «L'ex generale Gantz sfida Netanyahu alle elezioni»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/01/2019, a pag.15, con il titolo "L'ex generale Gantz sfida Netanyahu alle elezioni" l'analisi di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Un generale d’acciaio e un ex ministro della Difesa del Likud in rotta con Benjamin Netanyahu. È questo il ticket che si prepara a sfidare il premier, favorito alla vittoria nelle elezioni del 9 aprile e pronto a un quinto mandato. Il generale è l’ex capo delle Forze armate Benny Gantz, che ha fondato il partito Hosen L’Ysrael con lo slogan «Israele prima di tutto» e ieri ha lanciato la sua candidatura a premier in una grande convention e con un attacco frontale al premier: «Non potrà più governare se sarà incriminato». Gantz con il suo movimento «né di destra né di sinistra» punta ai voti dell’elettorato del Likud a disagio con la svolta conservatrice degli ultimi anni e inquieto per gli scandali che assediano il primo ministro. A Gantz si è unito ieri Moshe Yaalon, protagonista di una burrascosa uscita di scena nel 2016, per i dissensi sulle politiche nei Territori palestinesi.
Benny Gantz Yaalon ha lasciato in quell’occasione anche il Likud e da allora si è parlato di una sua discesa in campo da battitore libero. Il 2 gennaio ha formato il partito Telem, ma con l’arrivo di Gantz il centro delle schieramento politico è diventato troppo affollato. I due hanno molto in comune, perché anche Yaalon è stato a capo delle Forze armate, dal 2002 al 2005, dopo essere stato comandante di una unità di paracadutisti. Yaalon ha però anche una lunga carriera politica alle spalle e può fornire a Gantz un’esperienza di primo livello. Sui temi civili sono entrambi su posizioni liberal, per esempio a favore dei matrimoni gay.
Il passato nel Likud Sul tema della sicurezza, dove Netanyahu è quasi imbattibile, Gantz e Yaalon puntano sul loro passato da generali in prima linea sia sul fronte libanese che a Gaza. Ma a differenza del premier sono più propensi a un compromesso con i palestinesi, sulla linea di Yitzhak Rabin e degli accordi di Oslo, che lunedì hanno subito un’altra picconata da parte del governo israeliano con il mancato rinnovo della missione degli osservatori internazionali a Hebron. Gantz sarà il candidato premier, mentre Yaloon avrà un ministero di massimo peso e sarà vicepremier se il ticket riuscirà a vincere. Del pacchetto farà parte anche un altro fuoriuscito del Likud, l’ex portavoce di Netanyahu Yoaz Hendel. Ieri Yaalon, in un discorso all’Institute for National Security Studies di Tel Aviv, ha ribadito di aver concordato con Gantz che i loro rispettivi partiti non entreranno in ogni caso «in un governo guidato da Netanyahu». Possibili alleati potrebbero essere invece il centrista Yair Lapid e l’ex ministro degli Esteri Tzipi Livni, che hanno già unito le loro forze. Si profila un battaglia fra tre blocchi, dove però, in base ai sondaggi, Netanyahu resta ancora favorito nonostante il rischio di una incriminazione da parte dei giudici.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante