Che insolenti questi israeliani!
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)
https://twitter.com/IDF/status/1087329324473245697
www.jforum.fr/quel-toupet-houtzpah-ces-israeliens-par-michele-mazen.html
Assad e Rohani: "I siriani sono dietro di noi"
Lunedì 21 gennaio 2019 la Siria è stata teatro di un'operazione israeliana di rara violenza. Israele ha colpito con attacchi successivi, gli avamposti militari dell'Iran in territorio siriano, così come le batterie di difesa antiaerea siriane che avevano aperto il fuoco sui suoi aerei. Ecco come Le Figaro quello stesso giorno ha commentato questa informazione: "Israele ha comunicato di aver preso di mira le postazioni iraniane in Siria, a un’ora antelucana di lunedì ....Secondo Tsahal, l'attacco è stata una risposta al lancio di un missile sparato domenica dalle forze iraniane, dalla Siria verso il Nord delle alture del Golan, occupate da Israele. L'ordigno era stato intercettato da Iron Dome, lo scudo israeliano di difesa antimissilistica”. In altre parole: che insolenti questi israeliani! Non solo occupano le alture del Golan, ma si permettono persino di rispondere a un missile lanciato dalla Siria su questo territorio siriano occupato! Il giornale si guarda bene dal soffermarsi sul motivo per cui sono state le forze iraniane e non quelle siriane ad aver lanciato il missile, per non parlare della natura del bersaglio. Eppure gli ayatollah non fanno mistero delle loro intenzioni. Si tratta di sviluppare e rafforzare l'influenza sciita, dall'Iraq al Libano attraverso la Siria, e impiantare nel frattempo delle postazioni che favoriscano l’attacco ad Israele.
Il generale Aziz Nazirzadeh, capo dell’aeronautica iraniana, l’ha dichiarato senza mezzi termini mercoledì 23 gennaio scorso: "Siamo pronti per la guerra decisiva che porterà alla scomparsa di Israele”. Una dichiarazione che non ha sorpreso nessuno: è da anni ormai che gli ayatollah hanno proclamato il loro intento di annientare lo Stato ebraico, che per loro è il "piccolo Satana". Stiamo ancora aspettando il concerto delle condanne dei Paesi europei e in particolare l'indignazione della signora Mogherini nei confronti di questa chiara minaccia contro uno Stato indipendente, membro delle Nazioni Unite e con il quale questi Paesi mantengono relazioni diplomatiche. In Israele, queste minacce sono prese molto seriamente: da qui la serie di attacchi in passato per bloccare le manovre iraniane; i russi, che sostengono Assad, a cui hanno garantito la sopravvivenza e poi la vittoria, avevano, così hanno detto, "convinto" Teheran a ritirare i suoi avamposti vicino al confine. A quanto pare i dirigenti iraniani hanno cambiato idea e sono ancora nei sobborghi di Damasco.
Ma torniamo a questo missile iraniano. Cosa stava esattamente prendendo di mira nel Nord delle colline del Golan? Quale obiettivo militare, quale infrastruttura essenziale stavano prendendo di mira? La questione sembra sia stata discussa a lungo dagli strateghi iraniani e dai loro alleati siriani poiché, secondo varie fonti, l'operazione sarebbe stata programmata da diverse settimane. Si doveva colpire duramente e dimostrare a Israele che le sue azioni, contro le installazioni iraniane in Siria e in particolare contro i tentativi di trasferire dei missili ad alta precisione nelle mani degli Hezbollah in Libano, non sarebbero state più tollerate. Da qui la decisione di colpire la stazione sciistica del Monte Hermon. Aperta per la prima volta in questa stagione, dopo le abbondanti nevicate delle ultime settimane, quella mattina aveva accolto circa cinquemila visitatori. Tutti civili: uomini, donne e bambini. Molti bambini. Quel che si definisce una scelta giusta.
Michelle Mazel