Il delirio infame dei paragoni impossibili
Commento di Deborah Fait
Il paragone impossibile
Nei giorni che precedono il 27 gennaio, Giornata della Memoria della Shoa, si leggono e si sentono tante di quelle castronerie che uno si chiede in che mondo sbagliato viviamo. Un mondo dove i valori sono così inutili e nascosti da permettere di traformare la realtà in vergognose menzogne. Ogni anno si sentono le solite litanie degli antisemiti sia di destra che di sinistra che protestano contro l'unicità del giorno della Memoria.
Perchè solo gli ebrei... cosa hanno di più rispetto a tutti gli altri morti.... Beh forse perchè sono stati sei milioni, forse perchè l'idea era di sterminare tutto il popolo ebraico!
Il culmine delle accuse, quello più schifoso e gettonato, è l'inevitabile "le vittime si sono trasformate in carnefici" con riferimento, ovviamente, a Israele che si difende dal terrorismo palestinese.
Tutto serve per incolpare, odiare, soprattutto far odiare, gli ebrei.
L'ONU decretò il 27 gennaio come ricorrenza internazionale per commemorare le vittime della belva nazista e siamo proprio noi ebrei i primi a ricordare tutti gli altri esseri umani assassinati. Ricordo che molti anni fa Rav Toaff aveva voluto accanto a sè due bambini di etnia rom durante le celebrazioni.
Quest'anno, con il problema dei migranti cui non è più permesso arrivare sempre e soltanto in Italia, si è raggiunto l'impensabile, un vero e proprio delirio di assurdità. Un gioco sporco che vuole fare dei paragoni tra gli ebrei assassinati e i migranti che dall'Africa arrivano in Italia dopo varie peripezie, alcune anche molto tragiche, ma imparagonabili a un genocidio freddamente programmato.
Il Corriere della Sera ha pubblicato questa lettera esplicativa del comune sentire, parole che sarebbero condivisibili se non vi fosse il solito assurdo accenno alla comparazione tra un esodo voluto, spesso tragico, dall'Africa e il senso biblico della distruzione totale di un popolo trascinato a forza lontano dalle proprie case per essere annientato: eccola,«Giorno della Memoria e sorte dei migranti» In questi giorni si celebra il Giorno della Memoria affinché non si scordi ciò che è stato. In ognuno di noi si ripete un senso di sgomento e ci si chiede come, da parte di tutti, sia stato possibile tollerare e permettere che fatti così tragici si potessero verificare. E oggi mi chiedo anche se, fra 70/80 anni, chi verrà dopo di noi non si domanderà come sia stato possibile che Paesi ricchi e civili abbiano tollerato che si perpetuassero azioni crudeli verso altri popoli che si trovano in condizioni drammatiche. Provo vergogna ogni volta che vedo disgraziati che sfidano la vita, e spesso trovano la morte, nella speranza di un futuro meno difficile e doloroso per loro e i propri figli, e vengono respinti. Ida F.Careni.
In questi giorni i commenti, uno più vergognoso dell'altro, riempiono i media e il web, espressi da politici, giornalisti ignoranti e buonisti inutili.
Liliana Segre, la senatrice, deportata a 13 anni dall'Italia ad Auschwitz dove si è miracolosamente salvata dalla morte, ha dichiarato durante un incontro con i ragazzi delle scuole milanesi, :"Sono stata clandestina con le carte false, so cosa significa quando nessuno ti vuole. Come faccio a gridarlo a chi erge muri?"
Recidiva dunque perchè aveva già fatto dichiarazioni simili mesi fa parlando delle tragiche morti in mare, dimostrando come l'ideologia spesso cancelli la lucidità e il rispetto per ciò che è stato.
Liliana Segre è stata clandestina per salvarsi dalla morte, aveva documenti falsi perchè l'Europa, avendo deciso che il popolo ebraico doveva essere eliminato nella sua completezza, obbedì a Hitler e ogni nazione del continente organizzò la sua personale caccia all'ebreo. La signora Segre ripete sempre, giustamente, "per la sola colpa di essere nata, la sola colpa di essere ebrea"
Giusto e allora cosa c'entra questo orrore con i migranti? Cosa c'entrano i carri bestiame dove stavano rinchiusi per giorni interi, a volte settimane, prima di arrivare nei campi della morte, con gli autobus moderni sui quali salgono i migranti?
Capisco che non sia facile essere sballottati da un posto all'altro, capisco tutto, anche quanto sia orribile vivere nei vari Cara.
Capisco la tragedia delle morti in mare a causa dei trafficanti di esseri umani e delle varie ONG che guadagnano fior di soldoni. Tutto questo però non è comparabile alla persecuzione ebraica, ad Auschwitz, alle selezioni che decidevano chi doveva venire ucciso subito e chi era destinato a fare lo schiavo o la cavia prima di essere eliminato.
E' mai possibile che la senatrice Segre non noti la differenza tra le peripezie, seppur tristissime dei migranti, e lo sterminio di un popolo?
Chi ha visto portare il proprio padre nel crematorio non può fare un parallelismo con il ragazzone africano munito di cellulare che sicuramente non sta benissimo ma sempre meglio di come viveva nel paese da cui è fuggito volotariamente (!), per arrivare in occidente.
Forse non è colpa della Signora Segre, i veri responsabili sono quelli che la usano per i loro sporchi scopi. In questi giorni, con la chiusura del Cara di Castelnuovo i commenti si sprecano. Il deputato Roberto Morassut ha tuonato:"-deportati- secondo una modalità che ricorda i lager nazisti. Salvini razzista, fascista, nazista". Il sindaco di Bologna Merola e il sindaco di Padova hanno fatto le stesse esternazioni indecenti "Migranti come gli ebrei nella Shoah".
Queste sono bestemmie che stanno diventando una vera e propria pandemia e fanno perdere il senso della realtà, della giustizia, dell'umanità. Non è dato sapere se queste persone capiscono le bestialità che esternano, accecati come sono dalla retorica buonista o anti Salvini. Non posso pensare che non abbiano mai visto un film, un documentario (anche se probabilmente non hanno mai letto un libro sulla Shoah) su come venivano trattati gli ebrei dall'inizio della tragedia nei loro paesi d'origine fino alla conclusione nei crematori. In ogni paese d'Europa, se non li ammazzavano subito, venivano imprigionati, consegnati ai nazisti, messi sui carri bestiame dove i finestrini minuscoli erano chiusi con il filo spinato. Arrivati nei lager della morte un medico decideva chi poteva vivere per essere momentaneamente utile al Terzo Reich, e chi doveva passare per il camino dei crematori, fumo nei cieli di un'Europa feroce.
In quel fumo 6 milioni di persone colpevoli di essere nate ebree.
E' questo che succede ai migranti? E allora con quale faccia tosta lo si dice, con quale sporco coraggio si fanno simili paragoni? Quegli ebrei, quei fratelli ammazzati sulle fosse comuni in cui precipitavano, gettati nel Danubio, bruciati nelle sinagoghe, bastonati fino a farli morire ("ci davano 80 colpi, all'ottantunesimo si moriva"), gasati, cremati, ridotti in cenere, vengono uccisi una seconda volta dalle parole indecenti, assurde, oscene della strumentalizzazione.
Le similitudini cui disgraziatamente assistiamo vanno condannate con forza perchè sono la parte subdola del negazionismo. Negare la Shoah è un processo talmente assurdo e antistorico da non essere credibile o da esserlo solamente per chi ha il cervello annegato nell'odio. Banalizzarla può ottenere, senza troppe proteste e senza fatica, lo stesso vergognoso effetto.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"