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La Stampa Rassegna Stampa
17.01.2019 Carabinieri colpiti dai mitra Hamas:urgente un'interrogazione parlamentare per fare chiarezza, ma la politica estera italiana è in mano ai 5 stelle
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 17 gennaio 2019
Pagina: 10
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Sono arrivati in Israele i tre carabinieri assediati a Gaza»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/01/2019, a pag. 10, con il titolo "Sono arrivati in Israele i tre carabinieri assediati a Gaza" il commento di Giordano Stabile.

A destra: terroristi di Hamas

Le scariche di mitra e il successivo assedio da parte dei terroristi di Hamas di tre carabinieri italiani sono un fatto senza precedenti. E' urgente che in parlmento si presenti un'interrogazione al governo per chiarire l'accaduto. Se non avverrà, sarà segno che la politica estera italiana è ormai totalmente caduta nelle mani dei 5 stelle, e un parlamento dove nemmeno più l'opposizione svolge il proprio dovere.

Ecco l'articolo: 

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Giordano Stabile

Ha mediato anche il Qatar per sbloccare la situazione dei tre carabinieri italiani assediati da Hamas a Gaza. Lo ha rivelato il portavoce del ministero degli Interni della Striscia, Yiad al-Bozum, nel ringraziare «quanti hanno partecipato alla soluzione della vicenda» e cioè «l’inviato speciale dell’Onu Nickolay Mladenov, il consolato generale italiano e l’ambasciatore del Qatar». Già nella tarda notte di martedì, dopo gli interventi diplomatici, la tensione era scesa attorno alla sede dell’Onu nel centro della città, dove si erano rifugiati i tre. Gli uomini di Hamas hanno controllato i documenti dei nostri militari e chiarito l’equivoco. Non erano «forze speciali israeliane» infiltrate, come sospettavano, ma gli uomini del Nucleo Scorte del consolato italiano a Gerusalemme, nella Striscia per un sopralluogo in vista di una visita del console generale.

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I carabinieri non si erano fermati a un controllo non previsto e i miliziani avevano sparato in aria e inseguito il fuoristrada Toyota sul quale viaggiavano. I militari avevano passaporti diplomatici e non erano tenuti a sottoporsi a ispezioni, se non in casi di emergenza. Il ministero degli Interni di Gaza ha spiegato che si è creata la necessità di controllare il veicolo «transitato in un’area in cui si erano verificati spari», poi inseguito fino all’ingresso dell’agenzia Onu. «Dopo che abbiamo compiuto verifiche, è emerso che si trattava di cittadini italiani, entrati peraltro nella Striscia in maniera regolare, e che il loro veicolo non era collegato agli spari», ha concluso.

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Camera e Senato della Repubblica

I tre carabinieri sono usciti dal valico di Erez poco dopo le 14 locali diretti a Gerusalemme. L’incidente nasce anche dal fatto che il livello di tensione nella Striscia è molto più elevato del solito. Il 12 novembre scorso i miliziani hanno intercettato un gruppo di uomini armati, che si fingevano palestinesi. Erano dell’esercito israeliano, in missione di ricognizione. Ne è scaturito un conflitto a fuoco, con sette militanti e un colonnello israeliano uccisi. Il blitz ha fatto alzare il livello di guardia e contribuito all’equivoco che ha coinvolto i nostri militari. Ma c’entra anche il clima avvelenato fra Hamas e l’Autorità nazionale palestinese guidata dal presidente Abu Mazen. I miliziani si sentono sotto un triplice assedio, da parte di Israele, dell’Egitto e di Al-Fatah, il partito di Abu Mazen che fino al 2007 governava la Striscia. In questo clima anche un sopralluogo di routine diventa una missione ad alta tensione.

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