Ebrei di Libia, l'ultimo esodo
Commento di Deborah Fait
La locandina
E' molto importante la decisione di Rai 1 di trasmettere domenica sera alle ore 23,25, nello Speciale TG1, il film sull' espulsione degli ebrei dalla Libia dal titolo "L'ultimo esodo". Gli autori, bravissimi e molto accurati, Ruggero Gabbai e David Meghnagi. https://www.raiplay.it/video/2019/01/Speciale-Tg1-c2691679-7edb-434a-b1c5-9b25d6fd40f5.html
David Meghnagi, Ruggero Gabbai
Il film, presentato anche alla Cinemateque di Gerusalemme nella cornice del Festival del cinema ebraico, racconta la storia degli ebrei di Libia che dovettero subire ben tre cacciate, tre esodi come essi vollero chiamarli, da un paese che amavano moltissimo. Gli autori raccontano la storia attraverso filmati d'epoca, fotografie e le testimonianze degli stessi protagonisti. Tra i testimoni, David Meghnagi, David Zard, Yoram Ortona, Miriam Meghnagi che ha curato anche le musiche della colonna sonora, Walker Meghnagi, Viktor Magiar, Giulio Hassan (che fu arrestato per essere ritornato in Libia dopo la fuga nel tentativo di recuperare qualche oggetto di famiglia e fu detenuto per 4 anni nelle prigioni di Gheddafi), Yarden Gerbi, campionessa israeliana di Judo, figlia di Nurit Gerbi, ebrea libica, che ha ricordato commossa gli insegnamenti dei i suoi nonni tripolini, e molti altri. Quello che colpisce particolarmente nel racconto è l'amore e l'attaccamento profondo degli ebrei di Libia per il paese dove vivevano da oltre 2000 anni, nelle loro parole solo nostalgia per la vita perduta, nessun odio o rancore per chi li aveva cacciati. Erano più di 50.000 e facevano parte di una società colorata e pluralistica, soprattutto a Tripoli e a Bengasi.
Fa un certo effetto vedere i paesaggi bellissimi di allora, le ragazze al mare in bikini, felici e ridenti, e pensare al disastro insanguinato della Libia di oggi e alle donne intabarrate in nerissimi burka. Un altro mondo, un paradiso perduto. Ebrei, cristiani, arabi, maltesi vivevano in simbiosi, scambiandosi allegramente le rispettive tradizioni, il legame era forte soprattutto tra ebrei e cristiani. Con gli arabi scoppiava qualche scaramuccia ma Re Idris teneva in pugno la situazione, aveva bisogno degli ebrei. Nel 1931 La presenza ebraica rappresentava un quarto della popolazione totale ed era una comunità importante sia culturalmente che economicamente. La conquista di Tripoli da parte dei fascisti di Mussolini mise fine a quella vita tranquilla e spensierata. il rapporto con gli ebrei e i conquistatori italiani all'inizio era buono, molti guardavano con simpatia al fascismo, lo consideravano solo un movimento patriottico, ma le leggi razziste del 1938 cambiarono completamente la situazione, ebbe inizio l'inferno, l'espulsione dalle scuole e dai luoghi di lavoro e, nel 1944, la deportazione a Bergen Belsen. In Libia, nel frattempo, si era creata una grande ostilità in seno alla comunità araba che esplose nel grande pogrom del 1940. Era venuto alla luce un odio antico e folle inferocite urlavano "Morte agli ebrei", non si contavano i massacri, i saccheggi, molte case furono incendiate e distrutte. Era finito definitivamente un idillio e ogni tipo di equilibrio si ruppe. Nel 1948, fondazione dello Stato di Israele, un altro pogrom colpì quello che restava della comunità ebraica che, prevedendolo, si era organizzata reagendo alle violenze e riuscendo a far arretrare gli arabi, subito dopo vi fu la fuga in massa verso Israele. Il terzo pogrom, e relativo ultimo esodo, ebbe luogo nel 1967 con la definitiva scomparsa della comunità. Nel 1969 , la presa di potere del Colonnello Gheddafi portò all'espulsione di tutti gli italiani dal paese e iniziò la dittatura.
La particolarità della fuga degli ebrei libici sta nel fatto che vollero trasfigurarla in esodo, una migrazione verso Gerusalemme, verso Israele, la Terra dei Padri. Il ricordo di quei tempi, della paura, delle fughe notturne e infine della salvezza commuove ancora oggi i protagonisti che, come dice una testimone, "si sono strappati la Libia dal cuore". La stessa sorte è toccata alle comunità ebraiche di tutti i paesi arabi che decretarono l'espulsione di quasi un milione di persone con uccisioni e saccheggi. Fu la più brutale e inutile pulizia etnica di massa e persecuzione religiosa che si ricordi in Medio Oriente. Libia, Tunisia, Marocco, Iraq, Siria, Egitto, Yemen e Iran tra il 1948 3 il 1967 furono Judenfree, si calcola inoltre che gli ebrei furono derubati di 250 miliardi di dollari. Gli ebrei dei paesi arabi, siano essi arrivati in Israele o in Italia, pur avendo perso tutto, non hanno fatto i profughi ma si sono messi a lavorare portando vantaggi culturali ed economici ai paesi che li accolsero. Per anni nessuno ha mai parlato di quella tragedia , l'occidente si è sempre stracciato le vesti soltanto per gli arabi palestinesi ma credo sia giunto il momento di ricordare le vittime innocenti cacciate e perseguitate per puro odio razziale e religioso, non a causa di una guerra. Non è troppo tardi e mi auguro che altri seguano l'esempio della RAI facendo emergere finalmente la verità. Mi ha particolarmente colpita e commossa la dedica del film: "In Memoria di Herbert Pagani", grande poeta e cantastorie scomparso prematuramente.
Deborah Fait