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La Stampa Rassegna Stampa
13.01.2019 Contro il partito-movimento al governo, l'ultima ideologia che minaccia Israele
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 13 gennaio 2019
Pagina: 1
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Il risveglio del popolo del nord»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 13/01/2019, a pag.1 col il titolo "Il risveglio del popolo del nord" l'editoriale del direttore Maurizio Molinari

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30.000 a Torino SI TAV

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5 Stelle contro Israele

Segnaliamo per l'importanza che merita l'editoriale del direttore della Stampa Maurizio Molinari. Quel che è successo ieri a Torino ha una valenza solo apparentemente locale o nazionale. l'Italia del Nord che si ribella a un partito-movimento che sta erodendo a grande velocità la democrazia nel nostro paese. Il rilievo, dicevamo, non è soltanto italiano, ci interessa in quanto i 5 Stelle, a partire dai loro fondatori, Grillo e  famiglia Casaleggio, sono portatori di una ideologia apertamente anti-Israele, che nell'arco di pochi anni ha ottenuto un consenso elettorale che non può non ricordare l'ascesa al potere in Germania del partito nazista negli anni '30. Non sembri una esagerazione, pur con le debite differenze temporali,  le dinamiche sull'uso della propaganda falsa e quindi ingannevole sono identiche a quelle inventate da Goebbels.
I 5 Stelle debbono essere sconfitti alle prossime elezioni europee e regionali.
La sconfitta dei No TAV può e deve essere il primo passo.

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Maurizio Molinari

Per l’Italia la prima novità politica del 2019 arriva da Torino dove il popolo del Nord si è ritrovato in piazza Castello per sostenere la Tav, le grandi opere e la voglia di fare come ricetta per la crescita. Se due mesi prima, nello stesso luogo, i protagonisti erano stati i semplici cittadini questa volta attorno alle sette combattive madamine vestite d’arancione vi era qualcosa di più: oltre cento sindaci dalla Val Susa all’Adriatico, presidenti di Regione di opposti colori, un partito di governo come la Lega e i maggiori partiti di opposizione Pd e Forza Italia, assieme ai rappresentanti di tutte le categorie produttive. Chi pensava che la folla del 10 novembre fosse un incidente della Storia deve ricredersi perché in poco più di due mesi piazza Castello si è riempita ancora, trasformandosi nello specchio del popolo del Nord. Uno spaccato trasversale di identità assai diverse ma tutte anti-decrescita. Incluse le bandiere europee che ne rappresentano la volontà di restare aggrappati alle Alpi, protagonisti dell’Unione, interpreti dell’Occidente. Accomunata dalla convinzione che grandi opere e infrastrutture sono la scommessa da vincere per risollevare l’Italia, la folla di piazza Castello non è pregiudizialmente avversa al premier Conte ma gli chiede di allontanarsi in fretta dalle sabbie mobili della decrescita. L’unica grande forza politica assente ieri era il M5S perché è la roccaforte proprio dell’ideologia della decrescita. Sarà interessante vedere se i Cinque Stelle sapranno ascoltare il Nord, e far prevalere la moderazione al loro interno, oppure sceglieranno di perseverare nell’opposizione luddista alla Tav. Quale che siano le risposte di Conte e M5S è oramai evidente che il voto populista del 4 marzo ha prodotto una reazione: il risveglio del Nord.

 

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