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Il Manifesto Rassegna Stampa
11.01.2019 Angela Davis sceglie il boicottaggio in stile nazista di Israele
Michele Giorgio - come da copione - la difende

Testata: Il Manifesto
Data: 11 gennaio 2019
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Al fianco del popolo palestinese: revocato premio ad Angela Davis»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 11/01/2019, a pag. 8, con il titolo "Al fianco del popolo palestinese: revocato premio ad Angela Davis", il commento di Michele Giorgio.

Le posizioni estremiste contro Israele di Angela Davies non sono una novità. Oggi Michele Giorgio la difende a oltranza, come fa con tutti i demonizzatori dello Stato ebraico, nonostante Davies sia una propugnatrice del boicottaggio contro Israele in stile nazista. Nulla di nuovo sul quotidiano comunista.

Ecco l'articolo:

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Michele Giorgio

 

«Angela Davis è stata la pioniera della teoria dell'intersezionalità che tanto è forte oggi nel movimento femminista ed era e resta una grande combattente contro ogni forma di razzismo e a sostegno dei diritti degli afroamericani e dei lavoratori». Giulio Calella, di EdizioniAlegre, ieri ci descriveva così Angela Davis, spiegandoci la decisione della sua casa editrice di pubblicare l'anno scorso il saggio Donne, razza e classe firmato nel 1981 dalla docente universitaria, attivista dei diritti civili e fino al 1991 militante del Partito comunista degli Stati uniti.

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Angela Davis, dall'antisemitisimo afro-amricano all'odio contro Israele

ANGELA DAVIS è un personaggio cristallino, riconosciuto ovunque. Nessuno può osare di mettere in dubbio la sua sincera opposizione a ogni forma di razzismo e antisemitismo. Per questo è sbalorditiva la decisione presa dal Birmingham Civil Rights Institute di revocare l'assegnazione del prestigio- so premio «Fred Shuttlesworth» ad Angela Davis poiché, ha detto il presidente dell'istituto, Andrea Taylor, «individui e organizzazioni interessate, sia all'interno che all'esterno della nostra comunità locale, ci hanno chiesto di riconsiderare la nostra decisione. In seguito a un esame più attento delle dichiarazioni della signora Davis abbiamo concluso che non soddisfa tutti i criteri su cui si basa il premio». Incredibile. Appena qualche mese fa Taylor aveva comunicato l'entusiasmo della sua organizzazione nel conferire il riconoscimento alla docente americana che aveva definito «uno dei più acclamati campioni dei diritti umani, che ha dato voce a coloro che sono impotenti a parlare». Evidentemente dare voce a tutti gli oppressi è sconveniente. Anche se si è un personaggio di grande levatura morale. Il motivo dietro la revoca del premio è il sostegno che Davis manifesta per i diritti dei palestinesi da decenni sotto occupazione militare israeliana. Decisive sono state le pressioni del Centro per la conoscenza dell'Olocausto e della comunità ebraica di Birmingham che hanno espresso «preoccupazione e delusione» e invitato a riconsiderare l'assegnazione del premio per il sostegno offerto da Davis alla campagna Bds per il boicottaggio di Israele.

PRONTA LA REAZIONE della docente. «Ho imparato a oppormi con la stessa passione sia all'antisemitismo sia al razzismo. In questo contesto mi sono avvicinata alla causa palestinese», ha spiegato puntando il dito verso chi vuole punirla per aver chiesto che Israele smetta di opprimere i palestinesi. «L'attacco nei miei confronti è un attacco contro lo spirito di indivisibilità della giustizia», ha protestato. Dalla sua parte si sono schierati il sindaco di Birmingham e una coalizione locale di attivisti e cittadini.

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