Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/01/2019, a pag.10 con il titolo "Charlie Hebdo attacca il Papa e non i terroristi" il commento di Mauro Zanon
Macron non se la passa molto bene, i giubbotti gialli saranno pure ridimensionati, ormai prigionieri della violenza che hanno scatenato. Il terrorismo -come si legge nella corrispondenza di Zanon - è fuori controllo da parte dei servizi di polizia. Anche Charlie Hebdo non sta meglio, non attacca più il Profeta, accontentandosi di modeste critiche versi chi non ci bada.
Mauro Zanon
Quattro anni fa, i fratelli Kouachi hanno decimato la loro redazione al grido di "AllahU Akbar", aprendo l'era del terrorismo jihadista in Europa, l'èra dei figli delle banlieue multietniche pronti ad imbracciare il kalashnikov per fare stragi di infedeli colpevoli di amare il libero pensiero, la laicità, la satira, un bicchiere di vino nel dehors di un bar parigino o un gruppo rock in una sala concerti, insomma di amare tutte quelle cose meravigliose che contraddistinguono il patrimonio valoriale e culturale dell'occidente.
UN LUTTO POLEMICO
E ieri, per ricordare Wolinski, Cabu e Charb, morti mentre facevano la cosa che sapevano fare meglio, ossia disegnare vignette scorrettissime prendendo di mira tutto e tutti, Charlie Hebdo ha pubblicato un numero speciale intitolato polemicamente «II ritorno degli anti Lumi». Peccato però che gli "oscurantisti" con cui se l'è presa il settimanale satirico parigino non siano gli islamisti che hanno compiuto una mattanza il 7 gennaio del 2015, ma Michel Houellebecq, Eric Zemmour, Donald Trump, la famiglia Le Pen e Papa Francesco. «Non sono soltanto le nostre storie personali a essere dimenticate, ma anche il significato di ciò che è successo. Abbiamo l'impressione che ci vengano voltate le spalle, nonostante i fenomeni di reazioni retrograde, a nostro avviso, siano ancora presenti, e anzi lo siano in quantità superiori rispetto a quattro, cinque anni fa. L'ostilità non viene più soltanto dagli estremisti religiosi, ma anche dagli intellettuali», scrive Riss, l'attuale direttore di Charlie, nell'editoriale «Vous êtes encore là?» (Ci siete ancora?). Il parallelo tra gli islamisti e Houellebecq, Zemmour, Trump, Le Pen e il pontefice fa accapponare la pelle, oltre che macchiare la commemorazione di chi, quattro anni fa, è morto perché "reo" di blasfemia nei confronti di Maometto e non perché aveva irritato un gruppo di fan di Houellebecq o di elettori lepenisti. Ma l'aspetto più inquietante, come sottolineato da molti osservatori a Parigi, è che la doppia pagina centrale, dove vengono additati i principali propagatori dell"'oscurantismo", è tutta dedicata all'autore di Serotonina, al polemista del Figaro, al presidente americano, alla leader sovranista e la sua famiglia, a Papa Francesco e non ai due jihadisti. Charlie ritrae gli intellettuali, gli esponenti politici sovranisti e il pontefice mentre celebrano l'anniversario dell'attentato jihadista con la didascalia di Philippe Lançon: «L'ultimo che esce spenga i Lumi, anche se non vede niente...A Charlie, nella nostra modesta casetta francofona, i fratelli K. hanno provato a spegnerli, con e senza maiuscola, entrando e uscendo. Ce l'hanno quasi fatta, ma hanno comunque dimenticato alcune lampade».
ALLARME SICUREZZA
Houellebecq, così come Zemmour, avevano per primi lanciato l'allarme sui rischi per la sicurezza pubblica che la diffusione dell'estremismo islamico in Francia avrebbe potuto comportare. Ma oltre a non essere stati ascoltati, loro che hanno anticipato tutto, vengono ora tacciati di "oscurantismo", di essere, in fondo, i mandanti morali di quello che è accaduto. «Molti si sono già stancati» delle battaglie del giornale, si lamenta Riss nel suo editoriale, sullo sfondo delle difficoltà finanziarie che sta incontrando Charlie (112017 si è chiuso con un bíilancio deficitario). O forse si sono stancati di leggere una rivista che non ha più la forza, né il coraggio, né il carisma di quel settimanale che fino a quattro anni fa sapeva prendersela con tutti indistintamente, a prescindere dal colore politico e dal credo religioso, e ora sembra essersi adattata al pensiero unico dominante. Mentre Riss e i vignettisti del nuovo corso di Charlie Hebdo continuano a sbagliare bersaglio, uno studio di GlobalStrat sui jihadisti che hanno colpito la Francia dal 2012 a oggi ha evidenziato che i197% di essi era noto per radicalira%ione ai servizi segreti (82%) o per reati comuni ai servizi di polizia. Sempre secondo i dati raccolti da GlobalStrat, i179% era nella lista dei sorvegliati per terrorismo, in Francia (61%) o in altri Paesi europei.