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Informazione Corretta Rassegna Stampa
05.01.2019 Paragoni inaccettabili, protestiamo a voce alta
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 05 gennaio 2019
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Paragoni inaccettabili, protestiamo a voce alta»

Paragoni inaccettabili, protestiamo a voce alta
Commento di Deborah Fait

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L'ignobile paragone

Sono convinta che Ivan Scalfarotto, politico e attivista impegnato per i diritti LGBT, non abbia scritto queste parole su Facebook per banalizzare intenzionalmente la Shoah e la persecuzione degli ebrei:" "Gli ebrei che fuggivano dalla Germania nazista e che nessuno volle hanno dato i sensi di colpa al mondo per decenni. Ora c'è una nave che cerca un porto e non lo trova. Quando questa follia sarà finita, niente sensi di colpa ipocriti, please: abbiamo guardato e voltato la testa". Una frase così stupida e assurda gli deve essere balenata nel cervello a forza di sentirla ripetere da politici, giornalisti che recitano la parte dei buonisti ipocriti (soprattutto ignoranti), da pseudo ebrei di sinistra famosi per le loro banali cazzate, dall'ANPI, persino da una rispettabilissima senatrice ebrea. Fino ad ora eravamo in pochi a protestare, chi timidamente chi con rabbia, contro questi paragoni osceni e immorali, adesso la protesta è apparsa su Libero, a firma Gianluca Veneziani https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2281852131834719&id=542828819070401
 che inizia il suo articolo " Deportati non profughi" con queste parole: "Ma la volete finire di fare paragoni impropri, e di accostare gli ebrei deportati ai migranti dei nostri giorni, i lager agli attuali centri di accoglienza e addirittura Mussolini e Hitler a chi adesso ci governa? Non riuscite ad avere un po' di decenza e di onestà intellettuale....."

Tempo fa la senatrice Liliana Segre è stata duramente attaccata proprio per aver fatto impropriamente questo tipo di paragoni, io, nel sentirli, sono rimasta semplicemente stupefatta. Come può una persona che ha vissuto la tragedia della deportazione, che è stata cacciata da scuola perchè ebrea, catturata insieme alla famiglia , scaraventata ancora bambina in un carro merci con destinazione Auschwitz-Birkenau, fare paragoni con chi arriva in Europa dai paesi del sud del mondo e lo fa volontariamente nella speranza di una vita migliore che gli viene data, insieme a soldi e cellulari.
Gli ebrei di ogni nazione europea, di cui erano cittadini rispettabili anche da migliaia di anni, come quelli italiani, sono stati privati di ogni diritto civile, dei loro beni, della dignità, della libertà, rincorsi in ogni dove dalla soldataglia nazifascista, catturati, spesso ammazzati sul luogo della cattura, sbattuti nei camion, famiglie divise, panico, poi i carri merci e i lager.
Molti genitori nella speranza di salvare i figli li gettavano fuori dai treni senza sapere che fine avrebbero fatto, molti morivano nell'impatto con il terreno altri di fame, freddo, pazzi di paura senza i genitori.
Arrivati nei lager venivano divisi, chi nella fila dei morituri da gasare, da depredare di tutto, denti d'oro, capelli, anche la pelle, chi in quella degli schiavi. Venivano spogliati nudi, rapati a zero, scalzi nella neve e poi nelle baracche ad aspettare la belva nazista di turno che sarebbe venuta a chiamarli per i lavori forzati, per l'appello dove se uno sveniva veniva fucilato sul posto. La sera pane ammuffito e brodaglia di bucce di patate. Chi tentava di scappare restava fulminato sui reticolati, se sopravviveva veniva impiccato davanti a tutti e, mentre lo impiccavano, l'orchestrina di ebrei doveva suonare qualche motivetto allegro.
E Mengele? Il dottore che faceva esperimenti sui bambini, cuciva insieme i gemelli, tagliava le corde vocali per non sentire le loro urla quando li operava, naturalmente senza anestesia, studiava gli occhi azzurri dopo averli tolti dalle orbite.
Scrive Elie Wiesel ne La Notte: “Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai”.
E ancora durante l'impiccagione di un bambino di fronte a tutti i prigionieri, Elie, bambino anch'egli, sente qualcuno chiedere: Dov'è Dio? Dove si trova? Il peso del suo corpo- scrive- non è sufficiente a rompergli il collo, così il bambino muore lentamente e in agonia. Wiesel lo ricorda davanti a lui e piange. "Dietro di me sentii lo stesso uomo chiedere: Dov'è Dio adesso? E udii una voce dentro di me rispondergli: Egli è qui - Egli è appeso qui su questa forca."
Questo e molto peggio è accaduto agli ebrei, cose che non si possono immaginare, cose che i sopravvissuti non sono riusciti a raccontare per anni, cose il cui ricordo, durante il processo Eichman, più di 20 anni dopo la Shoah, faceva svenire i testimoni.
Tra il 1945 e il 1948 nessun paese occidentale, Gran Bretagna e USA in testa, volle accogliere gli ebrei sopravvissuti ai forni crematori definiti displaced persons, cioe' senza identità, sfollati che nessuno voleva e che venivano riarrestati se, disperati e senza più nulla al mondo, tentavano di imbarcarsi per Erez Israel. Riguardo alla nave St.Luis che Scalfarotto ricorda nel suo messaggio facebook facendo il suo ignobile paragone, vagò per i mari senza essere accolta da nessun paese delle due Americhe, riportò il suo carico umano ad Amburgo dove non fu accolto da volontari della Croce Rossa per rifocillarli e coprirli per il freddo, no, finirono tra le grinfie dei nazisti e furono gasati nei campi di sterminio! E' questo che vivono i migranti che arrivano in Europa?
E' immorale solo pensarlo.

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Deborah Fait 
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile


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