Riprendiamo dalla STAMPA - Tutti gusti di oggi, 03/01/2019, a pag.IV, con il titolo "Latte di cammella", il commento di Fabiana Magrì.
Fabiana Magrì
Con passo ciondolante ma regolare, cammelli e dromedari scavalcano le dune delle tendenze e avanzano verso il loro momento di gloria, il 2024, dichiarato dall’Onu anno internazionale dei camelidi. In almeno 90 Paesi del mondo, spesso negli ecosistemi più ostili, questi animali sono la principale fonte di sostentamento per gli abitanti e hanno un ruolo importante nella lotta contro la fame. Da oltre dieci anni la Fao ripone fiducia nel latte di cammella, che definisce un «tesoro ancora da sfruttare» e un «vero nettare». Non meno influente è stato l’endorsement sui social di Kim Kardashian, conquistata dalla bevanda ipocalorica (53 calorie per 100 ml contro le 62 del latte vaccino). Appena munto, questo cibo ricco di vitamina C, ferro, magnesio, rame, manganese, zinco e sodio, si presenta bianchissimo, con una schiuma densa e alta. Il suo sapore è leggermente più salato del latte di mucca.
La composizione e i valori nutrizionali del latte di cammella sono stati analizzati su Comprehensive Reviews in Food Science and Food Safety, una delle più accreditate riviste scientifiche online dell’americano Institute of Food Technologists. Le sue proprietà lo rendono maggiormente digeribile rispetto al latte di altri animali (contiene meno lattosio) e sono preziose perché quello di cammella ha un’alta percentuale di sostanze antibatteriche e una concentrazione di vitamina C ben trenta volte superiore rispetto al latte vaccino: una vera salvezza in ambienti estremi, dove scarseggiano frutta e verdura. Si sparge la voce dei benefici di questo esotico latte e la domanda s’impenna. L’anno scorso Europa, Medio Oriente e Africa hanno rappresentato la fetta più grande (il 68,64%) della quota di mercato ma è soprattutto in Europa che la domanda è in aumento, in particolare nel Regno Unito dove, non a caso, sta crescendo anche il numero di pazienti diabetici. Nove mesi fa sul Giornale italiano di diabetologia e metabolismo un articolo s’interrogava infatti sulla possibilità di integrare il trattamento insulinico nei diabetici con il latte di cammella. Le prime sei aziende al mondo in termini di produzione e distribuzione di latte di cammella - fresco, in polvere e congelato - e di prodotti a base di come i gelati, hanno sede negli Emirati Arabi, in Egitto, in Kenya, in Australia e in California. In Europa sono comparsi allevamenti di cammelli in Olanda, Belgio e in Sicilia, ma la produzione resta molto bassa e la domanda dipende quasi totalmente dall’importazione. Alle pendici dell’Etna, Santo Fragalà, veterinario catanese che 4 anni fa ha realizzato il suo sogno avviando la fattoria «Gjmàla» (cammello in arabo), ha anticipato a La Stampa le novità della sua piccola ma tenace azienda familiare: «È tutto pronto per l’inaugurazione della sala degustazioni e per lanciare una linea di prodotti della tradizione siciliana rivisitati in chiave araba. Abbiamo accolto due giovani dromedari e stiamo avviando una fattoria africana, con animali da reddito e selvatici, per far capire come le fattorie cambiano in base a luoghi e popoli». In attesa di trovare più facilmente il latte di cammella sugli scaffali dei supermercati italiani, oggi, per un primo assaggio, c’è la sua fattoria a Trecastagni, 20 km da Catania.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante