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Mi permetto di criticare il vostro commento all'articolo della Stampa poiché quest'ultimo - se lo avete ripreso integralmente - permette di comprendere a sufficienza che il grave provvedimento ha motivazioni che non si limitano al solo rifiuto del militare di partecipare a una messa. Per quanto io non sia cattolico, inoltre, non ravviso ingerenze ecclesiastiche tali da giustificare il paventare un "assaggio" di prossima "sharia cattolica". Con i migliori auguri di un prospero anno nuovo e il più caloroso Shalom. Enrico Alberti Gent.ma Sig.ra Fait, Ho letto l'episodio del militare italiano condannato per "non aver eseguito l'ordine di presenziare a una Messa in memoria di un compagno caduto". Mi rammento di come siano cambiati i tempi da quando indossavo le stellette (parlo del 1957-58). Una volta ebbe luogo una cerimonia alle Fosse Ardeatine in commemorazione dell'eccidio nazi. Un mio compagno ebbe l'ordine di presenziare, ma questi motivò il suo rifiuto appunto con il fatto di non credere. Fu esonerato dall'ordine né ebbe altre rogne. O i soliti due pesi e due misure oppure i tempi sono cambiati. Comunque anche le stesse autorità ecclesiastiche continuano a ribadire che in chiesa ci si deve andare solo se credenti e non per obbligo. Quindi a che gioco giochiamo? Shalom Mario Salvatore Manca di Villahermosa Gentile Enrico, Gentile Mario Salvatore |
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