Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 02/01/2019, a pag.12, con il titolo "Scrive 'Allah' in un post su Twitter: insegnante condannato a undici mesi" la cronaca di Marta Ottaviani.
In Turchia è proibito perfino citare il nome "Allah", come mostra il caso del professore di matematica condannato a 11 mesi per averlo fatto su Twitter. Marta Ottaviani però non riporta il testo del commento scritto su Twitter dal professore, e non permette quindi di capire fino in fondo la gravità della condanna. Avrà avuto timore di essere denunciata? Nella Turchia sempre più islamista di Erdogan le condanne colpiscono i "reati di opinione" senza ormai limiti.
Ecco l'articolo:
Marta Ottaviani
Erdogan affetta la democrazia in Turchia, l'Europa sta a guardare
Condannato a 11 mesi per aver usato la parola «Allah» sul suo profilo Twitter. E' successo a Mus, nell'Anatolia orientale. Un insegnante di matematica è stato ritenuto colpevole di «insulto ai valori religiosi». La terza corte criminale di Mus potrebbe decidere di convertire la pena a una multa di 7.000 lire turche (circa 1150 euro). Ertan E, il protagonista della vicenda, è stato denunciato anonimamente cinque anni fa da un connazionale che vive nella provincia di Eskisehir e che ha trovato poco consono ai valori islamici il suo comportamento su Twitter. Da quel momento, è iniziata una lunga battaglia legale. La pena ricevuta dall'insegnante non ha infatti placato l'ira dell'accusatore, che si è detto pronto a ricorrere in appello, dichiarando che l'autore dei tweet deve essere mandato in galera per essersi preso gioco di Allah e dei profeti e che i danni morali che riceverà li investirà acquistando copie del Corano. E ha assicurato che la battaglia legale non rimarrà un caso isolato.
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