Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/12/2018, a pag.29 con il titolo "Teheran apre lo stadio alla nazionale femminile. Solo donne" la cronaca di Giulia Zonca
quando le donne si travestivano da uomo per entrare allo stadio,
adesso saranno gli uomini a travestirsi da donna?
Dall'Iran è impossibile che giungano notizie positive, come giustamente scrive Giulia Zonca, da una ideologia come quella espressa dal regime degli ayatollah il razzismo in tutte le sue declinazioni sarà sempre presente.
Giulia Zonca
Il disgelo è iniziato a San Pietroburgo e ora è davanti a un'amichevole tra Iran e Russia che le ragazze di Teheran si prenderanno un'altro pezzo dello stadio vietato per legge. Lì niente è dovuto e ogni metro in avanti va difeso con coraggio, ma questa partita promessa dal ministero dell'interno rischia di diventare un altro ghetto. La nazionale femminile potrà giocare nell'impianto della capitale di solito riservato agli uomini e le donne non avranno bisogno di permessi speciali per stare tra il pubblico. In campo e sugli spalti, in una giornata tutta al femminile, integralmente perché i maschi sono esclusi e la presunta libertà perde subito quota nonostante il posto scelto per l'appuntamento, comunque storico: lo stadio si chiama Azadi, libertà in persiano. Le donne non hanno mai potuto giocare lì o avere un pubblico in casa, è un'apertura negata dall'ennesimo divieto che si porta dietro. Non consentire un tifo misto significa che la disparità resta, che essere insieme a sostenere la propria squadra è sinonimo di promiscuità, che le donne non possono guardare uomini in calzoncini e gli uomini non possono vedere ragazze che fanno sport. Si procede a strappi, così come è successo in questo ultimo anno che ha dato scossoni al sistema iraniano. All'inizio è stato il Mondiale, con le iraniane in trasferta, la bandiera disegnata sulle guance, in una festa che ha fatto il giro del mondo. Poi i cancelli dello stadio di Teheran si sono sbloccati per una sfida a distanza: dentro le donne e i calciatori a Kazan. Unico protagonista il maxischermo però pur sempre un inedito. Passano quattro mesi e c'è un altro spiraglio, un numero selezionato di signore viene ammesso a una partita della Champions asiatica: tribune separate e ingresso obbligatorio due ore prima del fischio di inizio, per evitare la confusione. L'euforia viaggia così veloce che le autorità si spaventano, il questore ribadisce il divieto assoluto. Decine di temerarie provano a forzare e vengono respinte. Se l'Iran si ostina a non dare segni di buona volontà la Fifa sarà costretta a reagire per questo al nuovo anno corrisponde una nuova concessione. Minima e truccata, ma bisogna occupare ogni metro.
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