Come ogni anno, oggi 1.1.2019 non escono i giornali. Abbiamo deciso di dedicare questa pagina all’intervento all’Onu di Nikki Haley, che proprio da oggi non rappresenterà più gli Usa alle Nazioni Unite, dopo due anni di straordinario lavoro. Quando annunciò, qualche mese fa, le sue dimissioni dall’incarico, adducendo problemi personali, tra i quali anche la stanchezza per il forte impegno, avendo sempre ammirato la forza e l’intelligenza con cui aveva lavorato in un consesso così ostile come l’Onu, qualcosa non mi aveva convinto. Avevo preso atto della sua lealtà verso il presidente, nessuna polemica sulle dimissioni, anzi, come avevano confermato le parole di rimpianto pronunciate da Trump. Eppure, qualche dubbio rimaneva. È stato dopo le dichiarazioni sul ritiro dalla Siria, che Nikki Haley non poteva non conoscere da tempo, che ho valutato quella che era e continua ad essere una ipotesi. Forse, ripeto forse, ha capito che la soluzione del conflitto israelo-palestinese stava prendendo un’altra strada, in ogni caso diversa da quella percorsa fino ad allora. E avrà pensato che doveva esserci un cambiamento anche per lei; l’incarico di ambasciatrice Onu doveva cambiare in qualcosa d’altro, per poter continuare a dare frutti. Sono solo pensieri, simili ad altre analisi che abbiamo letto con interesse su IC in queste ultime settimane. Voglio sperare però di rivedere presto il nome di Nikki Haley accanto a un incarico che il Presidente Trump deciderà di affidarle. Tra i collaboratori della sua Amministrazione Nikki Haley è stata una personalità di prima grandezza, il suo ritorno sulla scena politica mondiale è indispensabile.
(Angelo Pezzana)
L'ultimo discorso di Nikki Haley all'Onu
Sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Ecco il video, cliccare sulla prima immagine sottostante per vederlo:
Nikki Haley con Donald Trump
Nikki Haley con Benjamin Netanyahu