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Informazione Corretta Rassegna Stampa
27.12.2018 Il doppio errore politico di Donald Trump
Analisi di Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 27 dicembre 2018
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: «Il doppio errore politico di Donald Trump»

Il doppio errore politico di Donald Trump
Analisi di Antonio Donno

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Un recente articolo pubblicato sul sito del Begin-Sadat Center for Strategic Studies della Bar-Ilan University di Ramat Gan, a firma Yaacov Lappin, mette in luce come il ritiro delle truppe americane dalla Siria voluto da Trump possa facilitare il progetto iraniano di collegare il paese al Mediterraneo attraverso la Siria per mezzo di un corridoio. Si tratta di un vecchio progetto della dirigenza iraniana che ora sembra ancor più possibile grazie alle decisioni di Trump.
Sono opportune alcune considerazioni in proposito.
Lappin afferma giustamente che “[…] il ritiro americano influirà sugli equilibri delle forze nella regione”, in particolare sull’“attore regionale più pericoloso, che trarrà immediatamente il beneficio più grande dall’iniziativa di Trump: l’Iran”.

Guardiamo la carta geografica della regione, in specie il suo inner core. L’idea del regime iraniano punta da tempo a spostare i suoi uomini, soprattutto i gruppi terroristici, dall’Iraq, dove sono altamente posizionati in virtù della presenza di un regime filo-iraniano, attraverso l’interno della Siria, fino al Mediterraneo, dove si stende un tratto di costa siriana con l’importante porto di Latakia.
Questo porto è già in parte controllato dagli iraniani, ma è in qualche modo isolato dall’ampio contesto siriano. Finora il passaggio di uomini e armi dell’Iran dal cuore della Siria sino alle coste del Mediterraneo era stato efficacemente contrastato dalle incursioni dell’aviazione israeliana.
Ma il lavoro più efficace era svolto dai duemila soldati americani che, posti nella parte orientale della Siria, quasi al confine dell’Iraq, impedivano agli iraniani il trasporto massiccio di uomini e mezzi attraverso la Siria fino alle sue coste mediterranee.
Il ritiro americano pone in questione tutto lo schieramento di forze antagoniste nell’area. Il progetto iraniano è ora più vicino al suo compimento. Esso consisteva nella conquista e nel controllo di porzioni di territorio dell’area tutto intorno ai confini settentrionali di Israele. Essendo gli hezbollah filo-iraniani piazzati già da molti anni nel Libano, occorreva che altre parti fossero controllate da Teheran.
Già da tempo gli iraniani sono presenti al di là delle alture del Golan, per quanto contrastati efficacemente dagli israeliani. Ora l’assenza dell’opposizione americana nella parte orientale della Siria permette agli iraniani un transito più semplice sino al Mediterraneo. Ovviamente, in questo caso, in assenza del filtro americano, Israele dovrà impegnarsi in modo molto più massiccio per impedire questo transito e tentare di bloccare il progetto dell’Iran di costruirsi il corridoio che dall’Iraq porta alle coste siriane del Mediterraneo.
Trump afferma che l’obiettivo americano di sconfiggere l’Isis è stato raggiunto (però nessuno può affermarlo con certezza), ma sa bene che i suoi uomini avevano un secondo compito che s’era venuto a evidenziare nel tempo: impedire il passaggio iraniano dall’Iraq al Mediterraneo e la creazione del corridoio sciita sino al mare. Come afferma Lappin, gli americani costituivano un “roadblock” contro il progetto di Teheran, che da qualche tempo ha piazzato basi missilistiche in Iraq e lancia droni da quelle postazioni per monitorare eventuali incursioni aeree israeliane.

La situazione dell’area, dunque, già complessa, è divenuta più difficile per Israele. L’atteggiamento della Russia è, per ora, poco chiaro. È indubbio che Putin non desideri l’espansione dell’Iran nel Medio Oriente; ma, nello stesso tempo, l’Iran gli è utile per tenere sotto controllo il regime di Assad nella fase di ricostruzione del suo potere in Siria. Intanto, le espressioni di approvazione nei confronti della decisione di Trump hanno tutto l’aspetto di una presa in giro nei confronti del presidente americano. Il ritiro americano va a completare l’opera di presenza politica della Russia nella regione, per ora in condominio con l’Iran. Sarà difficile che nel futuro tale condominio possa reggere di fronte agli inevitabili contrasti tra i due comprimari. Per adesso, tuttavia, l’unica considerazione che si può fare è che Trump ha commesso un grave errore politico, le cui conseguenze non tarderanno a evidenziarsi. 

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Antonio Donno


info@informazionecorretta.com

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