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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Quando la rabbia soffoca i palestinesi 24/12/2018

Quando la rabbia soffoca i palestinesi
Commento di Michelle Mazel 

(Traduzione di Yehudit Weisz)

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Conversazione: " che dici, riusciamo ancora a fregarli?"

Tra i palestinesi - di Ramallah e di Gaza - e gran parte della comunità internazionale , in particolare i "generosi donatori", non scorre più buon sangue. La manna che ha nutrito così a lungo la vita dorata dei leader, si sta esaurendo. Per l'Autorità Palestinese é colpa degli israeliani, naturalmente: per anni hanno mostrato al mondo, con numeri e documenti alla mano, che i milioni di dollari ricevuti non venivano investiti in programmi di sviluppo né nel miglioramento della vita quotidiana delle popolazioni. Invece, dicono gli israeliani, questo denaro viene usato per promuovere il terrorismo: viene dato a chi ha ucciso civili innocenti e che per questo stanno scontando pesanti condanne nelle carceri israeliane; viene anche elargito per aiutare le famiglie di questi assassini. Soldi, distribuiti con tali buone intenzioni, finanziano anche i libri di scuola che inculcano nei piccoli palestinesi, fin dalla più tenera età, l’odio per gli ebrei e il rifiuto di riconoscere il diritto di esistere a Israele. Per Abu Mazen, invece, questi sono obiettivi legittimi: gli assassini sono degli eroi, anzi, dei martiri, ed è suo dovere fornire a loro e alle loro famiglie un sostegno più che sacrosanto. Per quel che concerne i libri di testo, questi non fanno che riflettere la realtà. D’altronde la comunità internazionale, responsabile della tragedia palestinese, non ha alcun diritto di discutere sulle scelte di chi sta alla guida. A Gaza, ora, l'indignazione non è meno grande. Con che diritto i rappresentanti degli Stati Uniti, delle Nazioni Unite e dell'Europa si permettono di ridurre i loro contributi, sulla base del fatto che i fondi vanno alla costruzione di tunnel e allo sviluppo di sofisticati armamenti per distruggere l'entità sionista che è illegittima e che deve sparire? Abbiamo persino visto dirigenti dell'UNRWA condannare di malavoglia i tunnel scavati sotto le loro scuole, per i rischi che questi tunnel creavano agli scolari. Che ingratitudine! Ma questi dirigenti, non vengono anche loro pagati con questi fondi? Quel che è tragico, pensano Abu Mazen a Ramallah, e Sinwar e Haniyeh a Gaza, è che dopo anni, se non decenni, durante i quali la narrativa palestinese era stata accettata, per così dire, a occhi chiusi, ora a segnare punti è il turno della tanto denigrata propaganda israeliana. Per non parlare poi di questo nuovo Presidente americano che sembra determinato a tagliare i viveri a "milioni di rifugiati" e che ha avuto l'ardire di chiudere la rappresentanza palestinese a Washington. Come diavolo siamo arrivati ​​a questo punto? E ora la Francia si unisce a questo movimento! Alcuni giornalisti di origine araba che lavorano per i più grandi canali di informazione francesi e belgi sono venuti a Gerusalemme, su iniziativa dell'Ambasciata israeliana a Parigi. Il loro scopo? Informarsi sul campo! Hanno incontrato personalità israeliane, compreso il Presidente della Knesset e non hanno esitato a fare osservazioni controcorrente sul conflitto. Uno di loro è arrivato persino a dire che il rinnovamento degli arabi potrà essere raggiunto solo quando in modo franco e sincero avranno riconosciuto Israele. E’ proprio intollerabile! L'Autorità Palestinese chiede all'Unione dei Giornalisti Arabi di punirli per "questo crimine" e l’Associazione Democratica (!) della Stampa che ha sede a Gaza, si rivolge ai media arabi: spetta a voi boicottare questi giornalisti colpevoli di aiutare il nemico sionista a commettere i suoi crimini nella regione ...

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Michelle Mazel


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