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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Pur di infangare Israele 27-11-2005
Era da un po’ che si sentiva la mancanza di Israele sul banco degli imputati. L’ostilità verso lo Stato ebraico aveva subito un arresto grazie alla politica di Ariel Sharon, che si era rivelata una carta inattaccabile anche dai più accesi oppositori. Difficile puntare il dito accusatore contro un governo che consegna Gaza ai palestinesi e che si schiera in prima fila accanto a quanti si augurano la nascita di uno Stato palestinese indipendente. Per riaprire le ostilità bisognava inventarsi qualcosa, rimestare negli armamentari delle accuse e tirarne fuori una che facesse notizia. L’hanno trovata due giornali inglesi, il Guardian e l’Indipendent che in quanto a equilibrio e correttezza nell’informazione danno dei punti al Manifesto, il che è tutto dire. Hanno scovato un rapporto governativo nel quale, pare, e diciamo pare perché finora quel rapporto non è ufficiale, che il ministro degli esteri inglese Jack Strow accusi il governo Sharon di “ volersi annettere Gerusalemme est”. Così come l’abbiamo letta la notizia assomiglia di più a una bufala che a una notizia vera e propria. Gerusalemme è stata dichiarata dopo la guerra dei sei giorni (1967) capitale unica e indivisibile di Israele, quindi non si capisce di quale annessione si parli. Se invece si vuole alludere ad una qualche forma di separazione giuridica fra i cittadini palestinesi e quelli ebrei, entrambi cittadini a tutti gli effetti dello Stato d’Israele, allora il discorso cambia, e i primi a rallegrarsi di questo possibile nuovo status dovrebbero essere proprio i palestinesi. E’ chiaro a tutti che, nel momento in cui uno Stato palestinese dovesse venire dichiarato, lo status dei cittadini palestinesi di Gerusalemme – circa duecentomila – dovrà avere una diversa appartenenza rispetto a quella attuale. Ma la soluzione verrà trovata solo nel momento in cui le due parti si siederanno intorno a un tavolo e discuteranno di confini e scambio di territori e popolazioni, come anticipavamo l’altro giorno su Libero. E questo avverrà solo quando finirà il terrorismo, cioè quando Abu Mazen sarà finalmente capace di prendere in mano il destino del suo popolo. Che si tiri fuori oggi la questione di Gerusalemme da parte dell’Inghilterra non stupisce. Se Tony Blair ha ritenuto di avvalersi dei consigli di Tariq Ramadan, uno degli elementi più pericolosi del terrorismo islamista, quello che si presenta con il doppio petto del sociologo e con l’arma sorridente del teorico del dialogo, ma in realtà portando acqua al mulino terrorista come ha ben documentato il coraggioso Magdi Allam, è più che normale che il suo ministro degli esteri si presti a riaprire le ostilità contro Israele. Novello Zapatero, forse Blair spera così di ingraziarsi quelle migliaia di terroristi islamisti inglesi, sottolineiamo inglesi, imam e non, ai quali aveva già sempre lisciato il pelo nell’illusione di mantenere il Regno unito fuori dal mirino di al Qaida. Il ragionamento aveva in sé una sua logica. In Italia, fino a non molti anni fa, aveva funzionato, come il rapporto Mitrokin ha contribuito a documentare. Il nostro paese aveva sempre avuto una politica di sottomissione ai paesi arabi e di pesante critica verso Israele, ottenendo in cambio un trattamento di favore. In Italia il terrorismo internazionale si è sempre mosso con estrema facilità e ancora oggi, pur davanti ai nuovi documenti che vengono scoperti, c’è ancora qualcuno che chiama in causa Cia e Mossad pur di coprire quelli che erano i patti semi ufficiali fra il nostro Stato e le organizzazioni terroristiche arabe, OLP in prima fila. L’Europa non cambia, l’abbiamo detto e ripetuto fino alla nausea. Della pace fra israeliani e palestinesi non gliene importa un bel nulla, sui quotidiani attacchi degli Hezbollah libanesi contro le città israeliane di confine non ha mai aperto bocca, è interessata unicamente a mettere in atto azioni che impediscano una soluzione del conflitto mediorientale. Non a caso Rai Tre, da un paio di giorni non fa altro che amplificare nei suoi servizi di informazione ogni appiglio che possa orientare in senso antisraeliano l’opinione degli ascoltatori, arrivando ad affermare, come se fosse un terribile sopruso, che “Israele non permetterà mai che Gerusalemme diventi capitale del futuro Stato palestinese”, detto così, come se dovere dello Stato ebraico fosse quello di servire su un vassoio d’argento la propria capitale ad un altro Stato. Purtroppo sono queste fregnaccie che ascoltiamo dalla Rai. Ma non era stata assoggettata dal bieco Berlusconi, il padrone dell’informazione ?


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