Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/12/2018, a pag.20, con il titolo "Azioni al confine, Beirut teme l'invasione israeliana" il commento di Giordano Stabile.
I libanesi Hezbollah scavano tunnel per penetrare in Israele,
per ora è l'unica,vera invasione. Il titolo disinforma
Il commento di Stabile è tutto sommato corretto, anche se scavare un tunnel che penetra dentro il territorio di Israele, riportare la dichiarazione di Nasrallah che quella di Israele è solo propaganada e lasciarla senza una qualche osservazione, non ci pare corretto. Ma è la titolazione ad essere capovolta, Beirut può temere una azione futura di Israele per impedire che Hezbollah penetri via tunnel nel proprio territorio, ma chi sta realmente subendo un vero tentativo di invasione è Israele, il tnnel distrutto ne è la prova indiscutibile.
Il titolo invece dice il contrario.
Non è la prima volta che il desk esteri della Stampa prende una cantonata, lo segnaliamo alla direzione.
Giordano Stabile
L’Unifil conferma l’esistenza dei tunnel di Hezbollah ma il Libano teme che l’operazione israeliana per distruggerli sia soltanto un pretesto per una invasione e si appella all’Onu. Il controllo dell’area di confine è affidato alla missione delle Nazioni Unite, che ha appena compiuto quarant’anni. Il suo compito è far rispettare la risoluzione 1701, approvata nel 2006 dopo la guerra “dei 33 giorni” e quindi impedire fra l’altro che la milizia Hezbollah sia attiva nella fascia cuscinetto lungo la frontiera. Il tunnel scoperto e distrutto martedì è per lo Stato ebraico “una grave violazione” e una squadra dell’Unifil, guidata dal comandante della missione, il generale italiano Stefano del Col, è andata a verificare. L’ispezione ha confermato l’esistenza del tunnel con ingresso nel villaggio di Kfar Kila. L’Unifil a questo punto “informerà le autorità libanesi” e si impegnerà “con tutte le parti” per decidere le “azioni da intraprendere”.
I tunnel di Hezbollah
L’obiettivo dell’Onu è disinnescare le tensioni ed evitare una guerra aperta, ma la conferma dell’esistenza del tunnel è un punto a favore di Israele, che è tornato a minacciare “azioni anche in territorio libanese” se il governo di Beirut non prenderà provvedimenti per bloccare Hezbollah. La reazione del Partito di Dio, colto in fallo, è stata finora pacata. Il leader Hassan Nasrallah ha replicato che si tratta solo di “una guerra di propaganda” da parte degli israeliani ma l’incidente sta facendo traballare gli equilibri già precari a Beirut. Da sei mesi, dopo le elezioni di maggio, il premier sunnita Saad Hariri non riesce a formare un nuovo esecutivo per le tensioni fra partiti pro-Iran e anti-Iran. Nel vuoto di potere ha preso l’iniziativa il ministero degli Esteri, in mano a Gebran Bassil, genero del presidente Michel Aoun ed esponente del fronte cristiano filoiraniano. Si è rivolto al Consiglio di Sicurezza per denunciare le “attività israeliane” al confine, “preludio di un attacco contro il Libano”. Israele potrebbe così dover affrontare un battaglia al Palazzo di Vetro. La risoluzione di condanna del movimento islamista palestinese, per i lanci di razzi sulle città israeliane, è stata bocciata l’altra notte all’Assemblea generale, in quanto non ha raggiunto i due terzi dei sì. Il testo ha ottenuto 87 voti favorevoli, 57 contrari, e 33 astensioni. Anche se non è passata, ha però sottolineato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, per la prima volta “c’è stata all’Onu una maggioranza contro Hamas”. Per l’ambasciatrice americana Nikki Haley è stato anche l’ultimo voto. Sarà sostituita dall’attuale portavoce della Segreteria di Stato, Heather Nauert.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante