Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/12/2018, a pag. 24 con il titolo "È allarme nell'Unione europea: torna a crescere l’anti-semitismo", la lettera di Carlo Benigni, presidente nazionale UDAI (Unione di Associazioni pro Israele).
Carlo Benigni
presidente nazionale UDAI
L’anti-semitismo è in preoccupante ascesa in tutta Europa; essendo come tale impresentabile, si presenta con il volto dell’anti-sionismo, che contesta il diritto di Israele di esistere come Stato. Anche in Italia si registrano con sempre più frequenza iniziative di gruppi estremistici che paragonano la situazione dei palestinesi a quella degli ebrei sotto il nazismo. Una tesi in linea con le posizioni dell’Iran, il cui leader «moderato» Rohani ancora pochi giorni fa descriveva «l’entità sionista» come un «tumore da estirpare», ribadendo l’intenzione di distruggere lo Stato ebraico. Come tutti sanno, Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente, dove i regimi dei Paesi arabi negano i diritti civili, emarginano le donne, perseguitano gli omosessuali e non hanno welfare. Gaza, dove dal 2005 non vi è più un solo israeliano, è gestita da gruppi estremistici che opprimono la popolazione e destinano gli aiuti finanziari della comunità internazionale per azioni terroristiche contro Israele, lasciando la popolazione in condizioni miserabili.
Nella costituzione di Gaza è scritto che l’obiettivo è la distruzione dello Stato ebraico. Per quanto riguarda Al Fatah, Giudea e Samaria sono governate da una classe dirigente anziana e corrotta, e non vi si tengono elezioni dal 2005. Spesso l’informazione fornita dalla stampa italiana sul Medio Oriente è incompleta, se non reticente, e le notizie sono decontestualizzate (si dimentica ad esempio di sottolineare che Israele è l’aggredito e non l’aggressore). Ugo La Malfa aveva affermato profeticamente che «la libertà dell’Occidente si difende sotto le mura di Gerusalemme». Non sarebbe opportuna una corretta lettura della storia?
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