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Il Venerdì di Repubblica Rassegna Stampa
30.11.2018 Raccolta fondi per aiutare Israele a difendersi: una iniziativa da elogiare
Ma nel pezzo di Giampaolo Cadalanu diventa atto d'accusa contro lo Stato ebraico

Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 30 novembre 2018
Pagina: 27
Autore: Giampaolo Cadalanu
Titolo: «E con la serata di gala Hollywood fece happy l'esercito israeliano»

Riprendiamo dal Venerdì di REPUBBLICA di oggi, 30/11/2018, a pag. 27, con il titolo "E con la serata di gala Hollywood fece happy l'esercito israeliano", il commento di Giampaolo Cadalanu.

La normale raccolta fondi per aiutare Israele a difendersi dal terrorismo, viene trasformata da Giampaolo Cadalanu in un atto di accusa contro Israele. L'immagine dello Stato ebraico che emerge dall'articolo è quella di un Paese militarista e guerrafondaio lontana dalla realtà.
Iniziativa che elogiamo, perchè non farla anche in Italia?

Ecco l'articolo:

Risultati immagini per Giampaolo Cadalanu
Giampaolo Cadalanu

Che cosa si può comprare con poco meno di cento milioni di dollari? Sul mercato israeliano degli armamenti, una ventina di carri armati Merkava o magari centomila mitragliette Uzi. la somma è il risultato della raccolta fondi negli Stati Uniti della Fidf, l'associazione amici dell'esercito israeliano. Una serata di gala al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles ha reso ai Friends of the lsraei Defense Forces 60 milioni, che si sono aggiunti ai 32 raccolti a New York. Fra i contributori, cantanti come Pharrell Williams e Seal, attori come Andy Garcia, Gerard Butler, Ashton Kutcher e l'ex governatore della California Arnold Schwarzenegger.

 

 

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Una pattuglia dell'esercito di difesa israeliano

L'associazione garantisce che i fondi raccolti andranno in «servizi necessari e meritati, come borse di studio peri veterani, aiuti sociali ai soldati in stato di necessità, assistenza ai feriti e alle famiglie dei caduti, periodi di riposo per unità intere e materiali educativi, culturali e di svago». Non è ben chiaro se il risparmio sul welfare dei soldati permetterà alle forze armate israeliane Udfl nuove spese, queste sì in armamenti. Ma più che l'utilizzo, conta il significato politico del versamento, tanto più che i risultati della raccolta sono stati diffusi mentre l'Idf era impegnato in un'operazione militare su Gaza. Le reazioni sono state forti: su'IWitter l'irritazione è esplosa attraverso l'hashtag #HollywoodFundsTerror, con fan che ripetevano "Vergogna" e postavano le immagini di soldati israeliani che maltrattavano i bambini palestinesi nei Territori i occupati. Uno dei divi più bersagliati è stato il cantante Pharrell Williams, diventato famoso con la sua Happy, che su Twitter invitava a essere cortesi con il prossimo per la Giornata mondiale della gentilezza: gli è stato fatto notare che l'Idf non è esattamente gentile con i palestinesi. Butler è stato contestato dai tifosi della sua squadra prediletta, il Celtic, che ha una tradizione filopalestinese. Meno criticato Ashton Kutcher, che con tutta probabilità gli attivisti considerano una causa persa: già nel 2016 a una serata organizzata da Airbnb aveva zittito un intervento che criticava la disponibilità di case israeliane negli insediamenti illegali dei Territori. Quella che appariva solo un'occasione per fare passerella, rischia di dare ai divi coinvolti un'immagine di frettolosi o superficiali. Più prudente era stata Natalie Portman: ad aprile l'attrice del Cigno nero - nata in Israele ma naturalizzata americana - aveva ottenuto il premio Genesis, considerato una specie di Nobel ebraico". Ma dopo aver saputo che alla premiazione, a Gerusalemme, avrebbe parlato il discusso premier Benjamin Netanyahu, ha deciso di non partecipare. Pur senza appoggiare il movimento Bds che boicotta lo Stato ebraico, ha chiarito l'attrice, non voleva comunque che la sua presenza apparisse come approvazione al premier.

Per inviare al Venerdì di Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49823128, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


segreteria_venerdi@repubblica.it

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