Come far fuori il Patriarca con il metodo-Arafat 29-06-05
Fino a pochi giorni fa era il capo della Chiesa Greco-Ortodossa a Gerusalemme. Oggi è un semplice monaco. Niente più potere, via dal soglio dal quale governava la sua comunità religiosa, il suo nome è stato persino cancellato dai libri di preghiera. Se prima valeva la consuetudine che i patriarchi morivano ben saldi sul loro scranno, per lui anche questo appartiene al passato. Ma che cosa ha fatto di tanto grave il patriarca greco-ortosso Irineos per meritarsi una così grande umiliazione ? Perchè, improvvisamente, è caduto in disgrazia ? L'accusa è quella di avere venduto nella città vecchia di Gerusalemme a ebrei delle proprietà immobiliari, il crimine più orrendo del quale possa macchiarsi un non ebreo in Israele. Se sotto il sanguinario dominio di Arafat equivaleva a sentenza di morte, la sua valutazione ha tuttora un peso determinante. Sgombriamo subito il campo da eventuali responsabilità di Israele che in questo caso non c'entra per niente. Anzi, il passato di Irineos non lo situa certo fra gli amici dello Stato ebraico. L'ex patriarca aveva dovuto infatti attendere un bel po' prima che la sua nomina venisse accettata da Israele per via della fama che lo dipingeva come antisemita e molto sbilanciato a favore dei palestinesi. Ma poi la nomina era stata accettata e le relazioni erano divenute normali. E' bastata però l'accusa di avere "collaborato" con il "nemico sionista" per precipitare lo sventurato in una situazione che di giorno in giorno sta diventando sempre più grave, con seri pericoli addirittura per la sua incolumità fisica. Al punto che la sua modesta abitazione nel quartiere greco-ortodosso è sotto stretta sorveglianza da parte della polizia israeliana, dopo le minacce che ha ricevuto. Difficile dire se questo mite vecchietto dalla lunga barba bianca abbia intrecciato affari con ebrei. Lui lo nega nel modo più deciso e i suoi trascorsi dovrebbero valere come testimonianza di quanto afferma. Oltre a tutto, Nicholas Papadimas, il responsabile finanziario che si occupava anche di affari immobiliari per conto del Patriarcato greco-ortodosso, ha lasciato improvvisamente il paese senza lasciare recapiti. Un dubbio sulle reali responsabilità di Irineos sarebbe a questo punto più che legittimo. Ma la logica in medio oriente ha parametri dei quali è difficile capire il funzionamento. Nella città vecchia, dove abita Irineos, i negozianti greco-ortodossi, che tenevano il suo ritratto appeso nelle loro botteghe, sono stati obbligati a staccarlo e, in diversi casi, a capestarne per disprezzo l'immagine. Un'azione ben concertata in ogni particolare.
L'affaire Irineos sta ovviamente riempiendo le pagine dei quotidiani israeliani, ma, per tante inchieste fatte, nessuno è ancora venuto a capo di niente. Gira anche la voce di un complotto interno, che Irineos sia stato detronizzato da una parte a lui avversa nello stesso patriarcato e che la storia della vendita dei due immobili adibiti ad albergo nella città vecchia subito all'ingresso della Porta di Jaffa gli sia stato attribuito come il mezzo più di sicuro effetto per sostituirlo. Può essere, ma allora, se l'accusa di "collaborazione con il nemico sionista" viene valutata come il non plus ultra per eliminare l'avversario, che è poi quello che avviene ancora oggi nei territori dell'Autorità palestinese, dobbiamo chiederci quanto tempo dovrà ancora passare prima che concetti quali democrazia e libero mercato entrino a far parte di quella società. Il cui potere di condizionamento va ben aldilà del mondo arabo musulmano. La vicenda del patriarca Irineos,cristiano greco-ortodosso, comunque vada a finire, è istruttiva.