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Avvenire Rassegna Stampa
22.11.2018 Avvenire: come le titolazioni manipolano i testi degli articoli
L'ideologia senza freni del quotidiano dei vescovi

Testata: Avvenire
Data: 22 novembre 2018
Pagina: 23
Autore: Lorenzo Schoepflin-Pierfranco Radaelli
Titolo: «Maternità surrogata per tutti? Israele frena-No a unioni di persone dello stesso sesso»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 22/11/2018, due servizi, a pag.23 dell'edizione nazionale, di Lorenzo Schoepflin, dal titolo "Maternità surrogata per tutti? Israele frena". Dalla cronaca milanese, a pag.3 con il titolo "No a unioni di persone dello stesso sesso" il pezzo di Pierfranco Radaelli

Che Avvenire, sulla sessualità, esprima posizioni bigotte, non è una novità.  Per questo ci pare interessante riprendere due articoli, tutto sommato decentemente corretti, il primo su Israele, il secondo sul sindaco di Cinisello Balsamo, e confrontarli con le titolazioni, la cui scelta fa capo alla redazione. Leggendo i testi, si capisce come i titoli esprimono il "wishful thinking" della direzione, in evidente contraddizione con i testi.  L'Israele che piace al Direttore Tarquinio, ci dispiace per lui, non è quello del titolo, così come la decisione del sindaco di Cinisello Balsamo esprime una scelta personale che va contro una legge dello Stato, passibile di denuncia, cosa che ci auguriamo venga presentata quanto prima. Per lui, contrariamente a quando dice, i cittadini della città che governa li ha classificati proprio in A e B.

Ecco i due articoli, da leggere confrontando titoli e contenuto: 

Lorenzo Schoepflin- "Maternità surrogata per tutti? Israele frena"

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La Knesset

 La Knesset ha respinto la proposta di allargare il ricorso all'utero in affitto, pratica legale dal 1996, a coppie omosessuali e uomini single che vogliono evitare problemi legali di chi va all'estero. Il caso dei 65 bambini nati da maternità surrogata in Thailandia per committenti israeliani ai quali non venne riconosciuta la cittadinanza. Il diniego al rilascio del passaporto da parte delle autorità governative innescò una serie di proteste, con le coppie - molte delle quali omosessuali - che lamentavano una situazione di vuoto legale, una sorta di limbo in cui giacevano i figli ordinati in Thailandia. A questo si aggiunse lo sdegno per le presunte discriminazioni nei confronti delle coppie omosessuali. L'anno successivo, in occasione del forte terremoto che causò migliaia di morti in Nepal, emersero le storie di coppie israeliane - anche in questo caso in buona parte omosessuali - che si trovavano nel Paese tra Cina e India proprio per ritirare i figli commissionati a madri surrogate. Israele mandò immediatamente un aereo a prelevare i propri cittadini in difficoltà per il terremoto, ma l'intervento non fece cessare le proteste di chi combatteva per la legalirzazione della maternità surrogata. Fu infatti sottolineato che lo stesso Stato che mandava aerei in ogni angolo del mondo per recuperare i propri cittadini "costringeva" poi ad andare all'estero coloro che intendevano ricorrere all'utero in affitto. Pochi giorni fa il dibattito si è riacceso, e con esso le proteste della comunità Lgbt, a causa della bocciatura di una modifica della legge che permette la maternità surrogata in Israele. Il testo, respinto dalla Knesset, il Parlamento israeliano, avrebbe previsto l'estensione della possibilità di ricorrere all'utero in affitto a coppie omosessuali o uomini non sposati. In luglio l'estensione era stata approvata per le donne single e contestualmente era stata innalzata di un anno - da 38 a 39 - l'età massima per la gestante. In Israele, infatti, una legge che regolamenta la maternità surrogata è in vigore dal 1996 ma con un preciso vincolo: la pratica è legale solo per le coppie eterosessuali sposate e con accertati problemi di sterilità. Va ricordato che già nel 2014 era naufragato un tentativo di emendare la legge con l'apertura a omosessuali e single. Il governo si era spaccato senza riuscire a trovare un accordo nonostante il testo avesse già passato un primo voto in Commissione. L'allora ministro della Salute Yael German si era impegnato a estendere la legge anche in vista delle necessarie facilitazioni per il rimpatrio di figli nati all'estero da madri surrogate pagate da cittadini israeliani. Tutto fa pensare però che sia solo questione di tempo: lo stesso premier Netanyahu, da dichiarato sostenitore delle istanze Lgbt, ha votato contro affermando però che non appena ci saranno i numeri in Parlamento si potrà riparlare di una modifica che favorisca gli omosessuali.

Pierfranco Radaelli-"No a unioni di persone dello stesso sesso"

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Il sindaco fuorilegge di Cinisello Balsamo con Salvini:
il ministro dell'interno in cattiva compagnia

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Non voglio creare nessun caso, così come non voglio negare a nessuno le unioni civili, che sono previste dalle leggi dello Stato, chiedo  però che venga anche rispettata la mia fede cattolica  quei valori di cui vado fiero, che mi hanno insegnato la mia famiglia e i sacerdoti che hanno accompagnato  la mia crescita». Così il sindaco di Cinisello Balsamo, dallo scorso giugno, da quando  Giacomo Ghilardi (centrodestra) è alla guida della città risponde alle forze di opposizione (PD) che con una interrogazione avevano chiesto lumi sulle intenzioni del primo cittadino di non celebrare unioni fra persone dello stesso sesso. Ghilardi conferma che dal 2016  sono state 20 le unioni civili, 11 fra uomini e 9 fra donne. A sollevare il caso era stato il capogruppo del Pd Andrea Catania. Ghilardi, nella risposta alle polemiche e alle affermazioni che definisce "poco felici" dell'opposizione, mette in risalto che a celebrare queste unioni sonostati delegati, se lo credono,oltre agli assessori, i consiglieri comunali e anche i funzionari, non ci sono cittadini di serie A e di serie B, dichiara il sindaco, personalmente non sono d'accordo su questo tipo di unioni. Per me poi il matrimonio è quello naturale fra uomo e donna. E' un principio di cui vado fiero. La mia posizione su questo delicato tema è nota.

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