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La Stampa Rassegna Stampa
17.11.2018 Rivlin, da buon diplomatico, incontra Conte, ma parla chiaro sull'Iran
Cronaca di Francesca Paci

Testata: La Stampa
Data: 17 novembre 2018
Pagina: 18
Autore: Francesca Paci
Titolo: «Conte incontra il presidente israeliano Rivlin:distanti sull'Iran»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/11/2018, a pag.18 con il titolo "Conte incontra il presidente israeliano Rivlin:distanti sull'Iran" la cronaca di Francesca Paci

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Francesca Paci                        Rivlin e Conte

Si è parlato sicurezza, processo di pace con i palestinesi ma anche molto di Teheran nel secondo e ultimo giorno italiano del presidente israeliano Rivlin, che ieri ha incontrato prima il premier Conte e poi il suo omologo Mattarella. Nonostante «la profonda amicizia» che li lega, i due Paesi mantengono una sostanziale distanza nella valutazione dell'accordo sul nucleare iraniano, con l'Italia, esonerata a tempo dalle sanzioni americane, convinta che si tratti di un passo avanti verso il disarmo e Israele che ancora ieri ha ribadito come il Jcpoa «abbia rafforzato» le capacità militari degli ayatollah ampliandone «l'influenza negativa sulla regione» e destando allarme non solo nello Stato ebraico ma in Egitto, nel Golfo. Differenze di visione al netto di molte «preoccupazioni comuni», sottolineano comunque gli addetti diplomatici, che raccontano di colloqui «cordialissimi» centrati sulla sicurezza e sull'importanza di cooperare economicamente anche per rilanciare il processo di pace oggi archiviato con i palestinesi. Su questo «l'Italia può essere di grande aiuto», come lo è nel contrastare l'antisemitismo risorgente in Europa.
Verso le elezioni anticipate
Sullo sfondo della visita di Rivlin c'è l'ennesima crisi con Gaza. Ieri, mentre la nuova marcia del ritorno indetta da Hamas per spezzare il blocco della Striscia sfociava in scontri al confine con almeno 40 palestinesi feriti (3 gravi), Israele viveva una nuova giornata di turbolenze politiche seguite alle dimissioni del ministro della difesa Lieberman in protesta contro il cessate il fuoco giudicato una resa.
Il mancato accordo tra il partito Focolare ebraico e il premier Netanyahu apre la strada al voto anticipato. L'atmosfera è tesa, con la destra che teme il bis del 1992 quando la crisi dell'esecutivo portò all'ascesa della sinistra degli accordi di Oslo, e in attesa del vertice di domani il premier Netanyahu ha cancellato la sua visita ufficiale a Vienna.
A Conte, che a Roma ha espresso «preoccupazione sul rischio di escalation delle violenze registratesi negli ultimi giorni a Gaza» e ha auspicato la tenuta del cessate il fuoco «per consentire a tutte le parti di alleviare la crisi umanitaria», Rivlin ha ripetuto come alla radice dello stallo dei negoziati ci sia un problema di fiducia, come il suo Paese non creda nella reale volontà dei palestinesi di arrivare alla soluzione due popoli per due Stati e come consideri Hamas responsabile del muro contro muro. A Gaza, dove a sua volta la popolazione denuncia la fine della speranza, è arrivata ieri una delegazione dell'intelligence egiziana per monitorare le manifestazioni.

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