Il coraggio dei nostri ragazzi e il cessate il fuoco
Commento di Deborah Fait
Premier saggio ma determinato
coraggioso ma non impetuoso
politico non politicante
Quando il Gabinetto di sicurezza ha deciso di non intervenire a Gaza dopo che ci sono piombati sulla testa 460 missili, razzi e siluri in meno di 24 ore, ho provato una gran rabbia e delusione. Tutti i cittadini di Israele avrebbero voluto dare una dura lezione a quei criminali assassini e a quelli che li seguono tra la popolazione. Case distrutte, decine di feriti, un morto, paura, un milione di persone chiuse nei rifugi, bambini terrorizzati. E loro, dall'altra parte a ridere e a mangiare caramelle.
La mia emozione voleva giustizia, voleva vendetta, voleva vederli finiti, distrutti. Avrei voluto Hamas e la Jihad islamica ridotti a chiedere pietà perchè non se ne può più, la gente del sud è allo stremo e io li amo e li ammiro perchè riescono a tenere i nervi saldi nonostante tutto.
Stanno manifestando contro la decisione del governo, hanno esaurito la pazienza, la loro incredibile tolleranza nei confronti di un nemico che li vuole morti. Vogliono, pretendono una vita normale e hanno ragione. Vogliono avere di ritorno le loro vite, vogliono andare al lavoro o a scuola o a fare una passeggiata senza la spada di damocle di dover sempre controllare dove è il rifugio più vicino in cui scappare in 15 secondi, al primo allarme.
Eppure, nonostante tutto questo, i manifestanti non chiedono guerra e distruzione ( sono più bravi di me) chiedono solo un cessate il fuoco vero e sicuro, non come quelli avuti finora che dopo uno o due giorni Hamas rompeva.
Gli studenti, da 13 anni in su, erano in 6000, sono andati a piedi da Sderot, Kfar Aza e dintorni fino a Gerusalemme, 90 chilometri, sventolavano le bandiere di Israele, cantavano, avevano le magliette con la scritta "Permetteteci di crescere in pace". Roba da stringere il cuore, veniva voglia di abbracciarli tutti.
Bravi ragazzi, coraggiosi ragazzi di Israele. Ayelet e Netta, due sorelle di 17 e 13 anni, di Kfar Aza, intervistate, hanno detto "non abbiamo più energia, siamo stanchi".
Sarà Israele a decidere quando liberare Gaza da Hamas,
non viceversa
Israele ha una gioventù di cui andare orgogliosa, ragazzi con principi, con alti valori ma che non vogliono più vivere in questo modo. Basta. "Maspik", hanno gridato ma quello che desiderano è una soluzione diplomatica, non violenza, non guerra. Sempre Ayelet, 17 anni, dice, dall'alto della sua innocenza:" noi vogliamo che parlino, siamo stanchi e esasperati ma non vogliamo fare la guerra a Gaza. Vogliamo un cessate il fuoco serio e duraturo. Io avevo 12 anni, durante l'ultima guerra, mia sorella ne aveva 9, gli altri fratelli erano ancora più piccoli."
Mentre l'ascoltavo parlare pensavo ai suoi coetanei dall'altra parte, a quelli che sono stati educati nell'odio e nella violenza e che la vorrebbero veder morta insieme a tutti i bambini figli di Israele.
E' dal 2005 che quegli assassini maledetti di Gaza colpiscono Israele quasi quotidianamente. Quei 460 missili non sono stati che l'ultima, per il momento, tranche dei 26.000 che già ci hanno sparato addosso negli anni e che sono arrivati fino alla periferia di Tel Aviv, fino a Rehovot, Yavne, tutte località al centro di Israele.
Queste sono le mie emozioni, la tenerezza per i nostri coraggiosi ragazzi che gli arabi di Gaza ( come quelli dell'ANP) odiano fino a volerli morti, questa è la rabbia che provo per il silenzio del mondo intero. Una rabbia immensa per questo occidente vergognoso, per l'ONU che proprio oggi, anzichè condannare Hamas e i suoi crimini, ha messo all'ordine del giorno una risoluzione per chiedere a Israele di rinunciare alla sovranità sul Golan. https://www.reuters.com/article/us-israel-usa-syria/u-s-to-oppose-u-n-golan-resolution-wins-israeli-praise-idUSKCN1NL19KfeedType=RSS&feedName=topNews&utm_source=twitter&utm_medium=Social&fbclid=IwAR3Lanjy0vhi0KmA10HPXfZBp4gx9Kh3tSqpdAPRcztGJyQ2PSkxUC5YO1U A questo pensano all'ONU, a colpire Israele psicologicamente mentre altri lo fanno con le bombe e i siluri russi. Sono vergognosamente indegni.
Adesso però lasciamo da parte le emozioni e veniamo al ragionamento e al motivo per cui approvo, anche se a denti stretti, la decisione di Netanyahu e di parte del Gabinetto di sicurezza.
Hamas ha lanciato questa operazione terroristica gigantesca per tirarci per i capelli verso una guerra che doveva essere per Israele una trappola di una gravità immensa. Entrare in Gaza sarebbe stato come cadere nelle sabbie mobili, perdite tra i nostri soldati, che sono il tesoro di Israele, possibili rapimenti che sono quasi peggio della morte, e con i bombardamenti della nostra aviazione, centinaia di migliaia di morti tra gli arabi. Era questo il disegno di Hamas, avere tanti morti fra la sua gente, tanto che gliene frega a loro, e poi servire Israele su un piatto d'argento all'odio e alla condanna del mondo intero, alla gogna come è accaduto dopo il Zuk Eitan.
A questo proposito vorrei ricordare quello che nessuno al mondo dice: prima di bombardare Israele avvisa sempre per evitare morti fra la popolazione di Gaza, telefona, manda migliaia di biglietti chiedendo di evacuare i siti che devono essere colpiti. Nonostante queste attenzioni le vittime sono sempre tante perchè Hamas non permette alla gente di entrare nei rifugi, perchè è Hamas che le vuole, perchè a Hamas i morti servono come propaganda, sono la loro migliore pubblicità contro Israele.
Tutto questo sarebbe accaduto per poi ritornare inevitabilmente alla situazione attuale. L'Egitto non vuole Gaza, se ne guarda bene, Hamas e la Jihad sono organizzazioni che si riciclano in continuazione, ne ammazzi 10 e ne nascono 1000, 10.000. Al Sisi che non va certo per il sottile, non riesce nemmeno a controllare i terroristi del Sinai, figurarsi se si accollerebbe anche Hamas che è sorella dell'Isis.
Il ministro della difesa Avigdor Liberman si è dimesso per i suoi motivi politici perchè se veramente avesse voluto colpire Hamas avrebbe avuto due anni di tempo per preparare un attacco serio, duraturo, organizzato come si deve e come Israele sa fare. Non lo ha fatto e adesso urla contro Bibi con il risultato che probabilmente si andrà a elezioni anticipate.
Dubito che la tregua durerà, Hamas, ci metta un giorno, un mese, un anno, prima o poi la rompe e sono certa che la guerra ci sarà ma quando lo vorrà Israele non certo per accontentare quei criminali terroristi assassini di Gaza.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"