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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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La giustizia in Israele, 20-02-2005
Secondo l'ex ambasciatore Sergio Romano Israele è " uno Stato antimoderno, a metà strada tra la Germania ottocentesca e l'Arabia saudita". Non sono nuove le sue posizioni paradossali nei confronti dello Stato ebraico, in genere accoppiate con un antiamericanismo che lo spinse a scrivere per il Corriere un editoriale in memoria di Bush, presidente sconfitto da un vittorioso Kerry, nel quale spiegava tutti i motivi che avevano portato il presidente uscente alla sconfitta. Un editoriale che fu eliminato in tempo nell'edizione in edicola in Italia, ma che rimase tale quale nelle copie del Corriere spedite all'estero, e che deliziò non poco chi ebbe la fortuna di leggerlo.

Basterebbe il recente giudizio su Israele per autorizzare ogni sorta di dubbio sulle sue capacità di analisi storica. Romano sembra non conoscere ciò di cui parla e scrive. Facciamo un esempio:

"Israele è l'unica democrazia in Medio oriente",è una frase che ha il potere di irritare tutti quelli che, come Romano, svolgono solerte opera di delegittimazione dello Stato ebraico. Negarne il carattere democratico è il primo passo. Subito dopo arriva la critica totale, distruttiva. Come il paragone con l'Arabia saudita.

Per rispondere a Romano e a quanti come lui confondono dittatura e democrazia, vediamo come funziona in concreto la giustizia in Israele, un argomento che si presta come nessun altro per capire qual'è il livello di democrazia che un paese offre ai suoi cittadini..

Il Ministero della Giustizia si trova, a differenza di quasi tutti gli altri, nella zona est di Gerusalemme, quella abitata dai palestinesi.

Sarà un caso, ma la scelta non è priva di qualche significato. Quasi un voler dire ai palestinesi della capitale, abbiate fiducia, amministriamo la giustizia vicino a voi, siamo accessibili e attenti alle vostre esigenze. Con nessuna formalità, come è costume israeliano, ci riceve il ministro Zippi Livni, del Likud ma apprezzata anche a sinistra per l'equilibrio con il quale esercita la sua funzione al di fuori di ogni logica di partito. Alta, bionda, sulla quarantina, con un tailleur molto elegante, non assomiglia al clichè delle donne ministro. Alla nostra domanda sullo stato di salute della giustizia in Israele va dritto al tema più scottante e dibattuto.

Israele, che nasce dalle ceneri dell'amministrazione inglese, ne ha ereditato diverse strutture portanti, tra le quali, come in Gran Bretagna, la mancanza di una costituzione scritta. Questo non vuol dire che in Israele il diritto sia arbitrario. Semplicemente, come in Inghilterra, il riferimento va a sentenze già emesse, nei tre gradi processuali. L'ultimo dei quali, la Corte Suprema, è un insieme di corte d'appello e di cassazione. Le sue sentenze sono definitive. Nel corso degli anni la Corte si è rivelata un potere di garanzia del diritto dei cittadini più forte del parlamento e del governo stesso. La Corte può annullare una legge della Knesset o una decisione del governo. Tutto questo senza creare dei super poteri nelle magistratura ordinaria. In Israele si può affermare senza timore di esagerare che il potere politico è soggetto al potere della Corte Suprema senza per questo esserne limitato. Il presidente della Corte suprema gode di un potere superiore a quello del primo ministro, ma lo esercita entro confini ben prestabiliti.

Il campo è quello vastissimo dei diritti di libertà, di parola, di proprietà che, non essendo codificati ma accettati possono andare contro leggi approvate dal parlamento.

Questo per dire come Israele, pur vivendo da sessant'anni in un clima di guerra permanente con gli stati vicini che ne vorrebbero la scomparsa, ha saputo mantenere intatte le sue istituzioni democratiche, preservandole da ogni tentazione autoritaria. Il tracciato della barriera di difesa, ad esempio, è stato in alcuni punti modificato dopo che una sentenza della Corte aveva stabilito che ledeva gli interessi di proprietà di cittadini palestinesi. Le coppie non sposate possono adottare figli esattamente come se avessero contratto un regolare matrimonio. Alle stesse coppie di fatto vengono riconosciuti gli stessi diritti (eredità,pensione, assicurazione ecc.) delle coppie regolari. Tutto questo in un paese dove l'unico matrimonio legale è quello religioso ! Potremmo dire che la Corte Suprema è quell'organismo che si fa carico della soddisfazione dei diritti dei cittadini malgrado le leggi e la consuetudine.

In un campo così delicato come quello della giustizia lo Stato ebraico è fra le nazioni più avanzate nel campo della tutela dei diritti civili.

Altro che Arabia saudita !

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