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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.11.2018 Fake news? No, la Francia condanna Hamas!
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 novembre 2018
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Fake news? No, la Francia condanna Hamas!»

Fake news? No, la Francia condanna Hamas!
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)

www.benillouche.blogspot.com/2018/11/fake-news-non-le-quai-dorsay-condamne_3.html#more

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"Solidarietà con gli abitanti del Sud di Israele sotto il fuoco dei missili della Striscia di Gaza e condanna degli attacchi contro i civili. Un pensiero particolare per i miei compatrioti coinvolti, così come per le famiglie dei feriti”. È Hélène Le Gal, ambasciatrice di Francia in Israele a dirlo, ribadendo la dichiarazione del Ministero degli Esteri della scorsa notte: "La Francia condanna con forza il numero di missili lanciati deliberatamente ... da Gaza verso le località del Sud d'Israele, rivendicati da Hamas". Dovremmo rallegrarci di questa posizione apparentemente inequivocabile, dare il benvenuto a questo risveglio, anche se così tardivo? Lo faremmo volentieri, senza l'amara constatazione che questo cambio di rotta nel momento del disastro, non può farci dimenticare i lunghi mesi di silenzio che l'hanno preceduto.

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Mesi durante i quali Hamas ha attaccato quotidianamente il suo vicino, Israele, che non gli aveva fatto niente. Mesi durante i quali Hamas ha seminato fuoco e terrore, inviando giorno dopo giorno, attivisti sovreccitati intenzionati a distruggere la barriera e ad annientare "le località del Sud di Israele". Mesi durante i quali la Francia era uscita dal suo silenzio solo per fare la predica allo Stato ebraico, colpevole di usare “mezzi sproporzionati” per difendersi. Durante questo periodo la stampa glorificava “gli eroici combattenti” e ostentava con compiacimento delle foto sapientemente truccate di questi autoproclamati David che sfidano il Golia ebreo. Un atteggiamento che contrastava curiosamente con quello degli Stati arabi (dall'Egitto al Qatar) , degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, che cercavano di estinguere questo inizio d’incendio che minacciava di infiammare l’intera regione. Come non pensare che questo silenzio colpevole della Francia e dell'Unione europea non abbia incoraggiato Hamas, nel perseguire innanzitutto l’opera di distruzione interamente rivolta alla popolazione civile, e poi spingendoli a intraprendere un confronto che non può che essere un suicidio? Come non vedere, inoltre, fino a che punto questa viltà occidentale abbia pesato sui responsabili politici in Israele? Perché, se la morte di un manifestante palestinese ucciso da un proiettile israeliano mentre si preparava a lanciare esplosivi diventava oggetto di unanime condanna, che reazione avrebbe suscitato una risposta vigorosa che non mancherebbe di fare molte vittime civili a Gaza? Il risultato sarebbe quello di innumerevoli servizi televisivi su case devastate, bambini feriti, ospedali sovraffollati. Tutto ciò porterebbe alla richiesta di una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza, la convocazione degli ambasciatori di Israele nelle capitali europee per trasmettere loro forti rimostranze ... E’ per questo che il governo di Gerusalemme ha voluto evitare ad ogni costo, questa escalation. Ha dato carta bianca ai rappresentanti dell'Egitto, del Qatar, dell'ONU per trovare un accordo. Ha tentato l’impossibile: raggiungere un accordo con Hamas, un'organizzazione il cui statuto ha come obiettivi principali, la distruzione di Israele e l'eliminazione di tutti gli ebrei della Palestina. Il risultato è questo: centinaia di case devastate - in Israele. Civili uccisi in bombardamenti - in Israele. Dozzine di feriti - in Israele. E l'Europa che comprende, troppo tardi, di essere andata fuori strada.

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