Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 10/11/2018, a pag.3, il redazionale dal titolo "Abbas pronto alla tregua con Israele".
OR riporta con enfasi la fake news secondo cui Abu Mazen sarebbe "pronto a una tregua con Israele". La notizia è infondata, perché ancora recentemente Abu Mazen ha ripetuto appelli di incitazione all'odio contro lo Stato ebraico. OR riprende la falsa notizia dal Jerusalem Post, che non è nuovo, negli ultimi mesi, a diffondere notizie non fondate in nome del politicamente corretto.
Ecco il pezzo:
Abu Mazen
Il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, è pronto a firmare un cessate il fuoco con Israele per riportare la calma in Cisgiordania e al confine con la striscia di Gaza. A rivelarlo è il «Jerusalem Post», secondo il quale la decisione sarebbe arrivata al termine di un incontro faccia a faccia con il presidente egiziano Al Sisi nei giorni scorsi a Sharm El-Sheikh. L'accordo è stato confermato anche da fonti di Hamas. Le trattative — dice il «Jerusalem Post» — sono in corso da almeno sei mesi e a più livelli grazie alla mediazione del Cairo e delle Nazioni Unite. Sono due punti cruciali sui quali i negoziatori hanno lavorato: da una parte, la riconciliazione tra le due fazioni palestinesi rivali, Hamas e Al Fatah (il partito di Abbas); dall'altra, la tregua tra Hamas e il governo israeliano di Benjamin Netanyahu. L'emergenza al confine della striscia di Gaza è stato il principale punto nell'agenda: dal 3o marzo scorso, giorno della prima "Grande marcia del ritorno" (organizzata da Hamas per ricordare la Naqba, ovvero la catastrofe, che per i palestinesi coincide con la nascita dello stato di Israele nel 1948), ogni venerdì si registrano scontri tra esercito israeliano e palestinesi. Nei combattimenti sono morti a oggi più di 200 palestinesi. Israele ha più volte ventilato l'ipotesi di lanciare una campagna militare su vasta scala per fermare le ostilità. Altro punto cruciale delle trattative è stata la situazione umanitaria a Gaza. Su questo fronte sono stati fatti notevoli passi in avanti nelle ultime settimane. La relativa normalizzazione nella erogazione della corrente elettrica e l'ingresso di fondi necessari per il pagamento di stipendi hanno creato in questi giorni un clima di cauto ottimismo, riferiscono fonti locali. A Gaza si notano oggi code ai bancomat, dopo che Hamas ha annunciato che è adesso in grado di pagare, almeno in parte, gli stipendi dei suoi dipendenti.
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