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Brasile: che cosa cambia 10/11/2018

Bolsonaro ha vinto incredibilmente le elezioni in Brasile, ma la sua vittoria viene da lontano, Lula e la sua pupilla Rousseff avevano toccato l'apice dell'impopolarità. Istituito il "Foro de Sao Paulo" hanno finanziato la presa del potere della sinistra in tutto il Sud America, utilizzando risorse tolte al popolo, si dice ricavandone anche cospicue tangenti. La criminalità ha preso il controllo di intere aree, mentre il governo legava le mani alle forze dell'ordine e assicurava l'impunità alle mafie che lo sostenevano. Altro problema la disgregazione della famiglia e della società. Nelle scuole si insegnava l'indifferenza di genere e droga e prostituzione dilagavano nel paese. Bolsonaro ha avuto una crescita di popolarità improvvisa, col motto "Dio, famiglia, Brasile", nei 9 secondi a lui concessi aveva solo il tempo di invitare gli ascoltatori ad andare sul suo sito. La sinistra ha tentato di distruggerlo. Un fan di Lula e Maduro lo ha accoltellato in un comizio. Invece di linciarlo i "violenti seguaci" di Bolsonaro lo hanno consegnato alla polizia. Bolsonaro, in gravi condizioni con un emorragia interna, è stato salvato, ma ha dovuto sospendere la campagna elettorale. Dopo una pausa è riapparso nei comizi sugli schermi, i sostenitori gridavano "Capitao voltou!" (il Capitano è tornato!). Benvenuto Bolsonaro nel nuovo mondo. Prime parole dopo l'elezione: lotta contro la troika Cuba Venezuela Nicaragua, rafforzamento dei rapporti con Trump, Israele e l'Italia di Salvini! Sposterà l'ambasciata a Gerusalemme perché ogni paese ha il diritto di scegliere la capitale, allontanerà l'ufficio palestinese dal Palazzo perché la Palestina non è uno Stato, ci restituirà Battisti perché gli assassini anche quelli politici devono pagare. Bolsonaro ha vinto con un programma liberale, abbassamento delle tasse, taglio della spesa pubblica, privatizzazioni e promettendo lotta senza quartiere alla criminalità. Si profila un grande cambiamento per il Sud America.

Michele Poliakin

Gentile Michele,
E' un ottimo segnale che gran parte della popolazione del Brasile si sia stancata della corrotta ideologia marxista dei precedenti presidenti. Jair Bolsonaro ha fatto promesse molto interessanti e spero vivamente che le possa mantenere. Avere a Gerusalemme anche l'ambasciata di un grande paese come il Brasile sarebbe un bel colpo e una grande speranza per il futuro. Tra l'altro il nome Jair è molto comune in Israele. In ebraico Yair significa "Dio illuminerà" , un ottimo auspicio per il nuovo presidente.
Un cordiale Shalom


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