venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
09.11.2018 Auto a guida autonoma, l'Italia guarda a Israele
Commento di Laura Cavestri

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 09 novembre 2018
Pagina: 14
Autore: Laura Cavestri
Titolo: «Auto a guida autonoma, accordo Adler in Israele»

Riprendiamo dal SOLE24ORE di oggi, 09/11/2018, a pag.14 con il titolo "Auto a guida autonoma, accordo Adler in Israele", il commento di Laura Cavestri.

Immagine correlata

Un club esclusivo, in cui, perla prima volta, trova posto un imprenditore manifatturiero italiano, in una platea di amministratori delegati. Firmato ieri pomeriggio a Tel Aviv, nella sede della Israel Innovation Authority, l'accordo tra il Governo italiano e Adler Plastic (la holding di controllo del gruppo Adler Petzer, la multinazionale dell'automotive, con sede a Ottaviano, nell'hinterland napoletano: 1,4 miliardi di fatturato e 11mila addetti su 80 siti produttivi nel mondo), guidata da Paolo Scudieri. L'accordo - sottoscritto da Amiram Appelbaum per l'Autorità israeliana per l'Innovazione tecnologica, braccio operativo del Governo israeliano sul fronte delle intese con le multinazionali e da Paolo Scudieri per Adler Plastic - prevede che lo Stato d'Israele fornisca all'azienda italiana un sostegno per l'individuazione di innovazioni tecnologiche interessanti Se Adler Group troverà innovazioni di suo interesse, la Israel Innovation Authority finanzierà le startup locali che le offrono e la multinazionale napoletana darà il suo contributo attraverso il supporto dei suoi centri di ReD. Non solo. In aggiunta all'accordo di base con Tel Aviv, Adler Group ha proposto (ed è stato accettato) l'inserimento e lo sviluppo del progetto Borgo 4.0, cioè l'ambizioso progetto di dotare un'area dell'alto Irpino di infrastrutture e connettività perla sperimentazione su strada dell'auto senza pilota. Per radicare la propria attività di scouting in Israele, Adler Group ha già aperto un Osservatorio tecnologico in partnership con la Inlight a Tel Aviv, fondato da Roberta Anati, presso la Azrieli Sarona Tower. Obiettivo, coprire lo scouting e l'integrazione delle innovazioni del settore sia israeliane che italiane.

Immagine correlata
Tel Aviv

Adler sarà, per ora, l'unica azienda manifatturiera privata italiana a beneficiare di questa "piattaforma" per il trasferimento tecnologico, assieme a multinazionali del calibro di Microsoft, Intel, Audi, Unilever, IBM, Philips, Renault, PeG. «Questo accordo rappresenta una pietra miliare nella storia di Adler - ha affermato Scudieri, visibilmente emozionato - perché Israele è uno di Paesi più tecnologici al mondo e maggiormente in grado di fornire soluzioni nei campi più appetibili per il nostro settore, l'automotive, e per la manifattura in generale: connettività, cybersecurity, ricerca avanzata sui materiali L'accordo consentirà alla nostra ricerca e sviluppo di crescere a livelli sinora inattesi E darà una spinta decisiva al progetto di ricerca sulla mobilità intelligente di Borgo 4.0, perché diventi un punto di riferimento internazionale». In un mondo globale, in cui per accedere a piattaforme di sviluppo, finanziamenti e opportunità occorre anche avere l'ambizione di una crescita dimensionale, le imprese italiane non devono temere di diventare multinazionali, devono volere una forte verticalizzazione e credere nelle loro specializzazioni, che poi sono valorizzate nelle catene internazionali del valore» ha sottolineato Maurizio Tamagnini, amministratore delegato di Fondo Strategico Italiano, che ha recentemente acquisito una quota di minoranza di Adler Group, con un investimento modulare che arriverà complessivamente a 200 milioni di euro. L'hi-tech in Israele è un settore che, pur impiegando appena l'8% della forza lavoro, da solo genera il 13% del Pil nazionale e il 50% delle esportazioni. Un ecosistema che nel solo 2016 ha saputo attrarre 5 miliardi di dollari nel solo 2016), e, negli anni, ha accolto oltre 300 multinazionali hi-tech venute da ogni parte del mondo per aprire centri di ricerca e sviluppo in Israele. Un ecosistema in cui dialogano e investono privati, venture capitals, università e il governo israeliano. Con un afflusso sempre più consistente di investimenti dalla Cina. Anche perché se ogni anno nascono circa 1.400 start up, oltre la metà sono quelle che falliscono. E il governo israeliano interviene proprio perché quello delle start up è un business ad alto rischio e perché il fallimento di un'esperienza non abbia un impatto negativo sul sistema; ad esempio consentendo ai dipendenti di una società fallita di potersi facilmente ricollocare in un'altra con le proprie competenze acquisite odi essere assorbiti da una multinazionale.

Per inviare al Sole24Ore la propria opinione, telfonare: 02/30221, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


letterealsole@ilsole24ore.com

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT