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Gentile Signora Buonamici, le confesso subito che se molte volte ho seguito le notizie sul TG5 invece che su altro telegiornale e' stato per merito suo. A differenza di altre sue colleghe, lei non ha mai dato l'impressione di fare dei comizi (penso a Lilli Gruber) ne' ha mai preso posizioni ideologiche .Penso a Lamberto Sposini, che non ha mai perso un'occasione per far capire ai telespettatori da che parte secondo lui si deve stare, come ha fatto col pesante intervento nella trasmissione del bravissimo Toni Capuozzo, da lui severamente rimproverato per avere, come aveva coraggiosamente fatto, raccontato la verita' sul cosiddetto giornalismo d'inchiesta in Irak. No, il suo e' sempre stato un giornalismo equilibrato, lontano persino da quel fastidioso politicamente corretto mischiato alla par condicio che e'stata la caratteristica piu' vistosa e fastidiosa del TG5 di Mentana. Da queste considerazioni deriva la nostra grande sorpresa quando l'altro ieri, giovedi' ,al telegiornale delle ore 20, a proposito delle prossime elezioni del dopo Arafat, l'abbiamo sentita definire l'Autorita' palestinese ''Palestina'', cosi', semplicemente, come se fosse gia' uno Stato, cosa che non e', come lei peraltro sa benissimo. Ma lei e' andata oltre, ha detto che Marwan Barghouti, detenuto nelle carceri israeliane dopo che un tribunale l'ha condannato a 5 ergastoli per essere stato uno dei piu' efferati organizzatori di stragi, e' un ''militante''. Come puo' presentare uno come Barghouti come un militante ? Come ha potuto non venirle un mente l'assurdita' di quella definizione per un terrorista criminale ? Lo so che lei e' in buona compagnia. Il linguaggio dei nostri media, visivi e scritti, particolarmente quando si tratta del conflitto israelo-palestinese, opera una autocensura che esclude dalla propria terminologia la parola terrorista. Sono militanti, appunto, o miliziani, guai a chiamarli con il loro vero nome. Non avremmo scritto questa lettera se avessimo sentito quelle parole da altri,dal suo collega Sposini, per esempio, ben sapendo a quale risultato saremmo andati incontro. Non e'facile scalzare un pregiudizio quando e' entrato nella testa di chi si rifiuta anche solo di discuterne. Ma con lei, gentile signora Buonamici, il caso e'diverso. Con lei continuiamo a credere che un dialogo sia possibile. Non sappiamo se si e' limitata a leggere un testo preparato da qualcun altro, oppure se quelle parole siano invece da attribuire a lei. In questa possibile seconda ipotesi ci auguriamo che lei non se ne abbia a male se alle critiche appena svolte aggiungiamo un consiglio che e' anche un augurio al TG5 sotto la nuova direzione di Carlo Rossella. Perche' il suo TG non incomincia a chiamare terroristi i terroristi, criminali i criminali, smettendo per una buona volta di spacciarli per quello che non sono ? Marwan Barghouti potra' forse candidarsi alle prossime elezioni palestinesi, potra' persino essere presa in considerazione una sua richiesta di grazia ( non sono forse i criminali ad essere graziati?), in politica tutto e' possibile e non saremo certamente noi a predire il futuro di quella regione. Il consiglio puo' essere esteso anche all'Iraq, basta anche li' con i resistenti, con i ribelli, con i guerriglieri e tutto l'armamentario linguistico che impedisce di chiamarli terroristi, perche' quello e' il loro ''mestiere'', uccidere e nient'altro. Pensi all'effetto che fara' sui telespettatori l'uso di un linguaggio franco, diretto, onesto. Quale sorpresa, dopo di anni di eufemismi ! Certo, sareste i primi, voi giornalisti del TG5 a fare questa piccola ma importante rivoluzione semantica. Non vi chiediamo di arruolarvi in una specie di Delta Force del giornalismo. Vi chiediamo di distinguervi dal coro. Lo sappiamo che non e' cosa semplice, ma ne varrebbe la pena.