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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Lettera aperta a Cesara Buonamici 27-11-2004
Gentile Signora Buonamici, le confesso subito che se molte volte ho seguito

le notizie sul TG5 invece che su altro telegiornale e' stato per merito suo.

A differenza di altre sue colleghe, lei non ha mai dato l'impressione di

fare dei comizi (penso a Lilli Gruber) ne' ha mai preso posizioni

ideologiche .Penso a Lamberto Sposini, che non ha mai perso un'occasione per

far capire ai telespettatori da che parte secondo lui si deve stare, come ha

fatto col pesante intervento nella trasmissione del bravissimo Toni

Capuozzo, da lui severamente rimproverato per avere, come aveva

coraggiosamente fatto, raccontato la verita' sul cosiddetto giornalismo

d'inchiesta in Irak. No, il suo e' sempre stato un giornalismo equilibrato,

lontano persino da quel fastidioso politicamente corretto mischiato alla par

condicio che e'stata la caratteristica piu' vistosa e fastidiosa del TG5 di

Mentana.

Da queste considerazioni deriva la nostra grande sorpresa quando l'altro

ieri, giovedi' ,al telegiornale delle ore 20, a proposito delle prossime

elezioni del dopo Arafat, l'abbiamo sentita definire l'Autorita' palestinese

''Palestina'', cosi', semplicemente, come se fosse gia' uno Stato, cosa che

non e', come lei peraltro sa benissimo. Ma lei e' andata oltre, ha detto che

Marwan Barghouti, detenuto nelle carceri israeliane dopo che un tribunale

l'ha condannato a 5 ergastoli per essere stato uno dei piu' efferati

organizzatori di stragi, e' un ''militante''. Come puo' presentare uno come

Barghouti come un militante ? Come ha potuto non venirle un mente

l'assurdita' di quella definizione per un terrorista criminale ? Lo so che

lei e' in buona compagnia. Il linguaggio dei nostri media, visivi e scritti,

particolarmente quando si tratta del conflitto israelo-palestinese, opera

una autocensura che esclude dalla propria terminologia la parola terrorista.

Sono militanti, appunto, o miliziani, guai a chiamarli con il loro vero

nome. Non avremmo scritto questa lettera se avessimo sentito quelle parole

da altri,dal suo collega Sposini, per esempio, ben sapendo a quale risultato

saremmo andati incontro. Non e'facile scalzare un pregiudizio quando e'

entrato nella testa di chi si rifiuta anche solo di discuterne. Ma con lei,

gentile signora Buonamici, il caso e'diverso. Con lei continuiamo a credere

che un dialogo sia possibile. Non sappiamo se si e' limitata a leggere un

testo preparato da qualcun altro, oppure se quelle parole siano invece da

attribuire a lei. In questa possibile seconda ipotesi ci auguriamo che lei

non se ne abbia a male se alle critiche appena svolte aggiungiamo un

consiglio che e' anche un augurio al TG5 sotto la nuova direzione di Carlo

Rossella. Perche' il suo TG non incomincia a chiamare terroristi i

terroristi, criminali i criminali, smettendo per una buona volta di

spacciarli per quello che non sono ? Marwan Barghouti potra' forse

candidarsi alle prossime elezioni palestinesi, potra' persino essere presa

in considerazione una sua richiesta di grazia ( non sono forse i criminali

ad essere graziati?), in politica tutto e' possibile e non saremo certamente

noi a predire il futuro di quella regione. Il consiglio puo' essere esteso

anche all'Iraq, basta anche li' con i resistenti, con i ribelli, con i

guerriglieri e tutto l'armamentario linguistico che impedisce di chiamarli

terroristi, perche' quello e' il loro ''mestiere'', uccidere e nient'altro.

Pensi all'effetto che fara' sui telespettatori l'uso di un linguaggio

franco, diretto, onesto. Quale sorpresa, dopo di anni di eufemismi ! Certo,

sareste i primi, voi giornalisti del TG5 a fare questa piccola ma importante

rivoluzione semantica. Non vi chiediamo di arruolarvi in una specie di Delta

Force del giornalismo. Vi chiediamo di distinguervi dal coro. Lo sappiamo

che non e' cosa semplice, ma ne varrebbe la pena.

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