Iran: ecco come incassa miliardi di $, esportando cocaina Commento di Deborah Fait, cronaca di Tommaso Fregatti
Testata: La Stampa Data: 09 novembre 2018 Pagina: 18 Autore: Deborah Fait - Tommaso Fregatti Titolo: «Iran: ecco come incassa miliardi di $, esportando cocaina - Maxi-sequestro di eroina al porto, il più grande in trent'anni»
Iran: ecco come incassa miliardi di $, esportando cocaina Commento di Deborah Fait
A seguire, riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/10/2018, a pag. 18, con il titolo "Maxi-sequestro di eroina al porto, il più grande in trent'anni", la cronaca di Tommaso Fregatti.
E' alquanto strano che esattamente il giorno dopo le sanzioni fatte scattare da Donald Trump contro l'Iran, la polizia blocchi una nave proveniente da quel paese e trovi 270 chili di eroina che avrebbero dovuto essere distribuiti in Europa e in Turchia. I più grande sequestro degli ultimi 20 anni. E' strano perchè, per una nave bloccata e controllata, chissà quante ne saranno passate indenni negli anni, non posso credere che questa sia stata la prima. Può essere che, dopo le sanzioni, chi deve controllare i container provenienti dal paese degli ayatollah tenga gli occhi più aperti? Guardare al telegiornale Mediaset quelle centinaia di sacchi pieni di polvere bianca è scioccante ed è logico pensare che l'Iran in questi anni non si sia dedicato solamente al nucleare ma anche a un altro tipo di produzione di morte con cui gratificare l'occidente. Secondo i dati elaborati da Recovery Brands nel 2015, il paese che fa più uso di droga è proprio l'Iran che evidentemente ha una produzione enorme dal momento che riesce anche ad esportarla a centinaia di chili per volta. Il contenuto di questa nave bloccata a Genova doveva arrivare nei paesi del nord Europa, soprattutto in Olanda e da là in Turchia, infatti proprio nel paese dei papaveri, pensa un po' che coincidenza, sono stati arrestati due turchi che dovevano prelevare i TIR pieni di droga. Khomeini aveva dato all'America e a Israele i nomi di Grande e Piccolo Satana ma l'unico vero paese satanico che da la morte, esporta la morte per schiavizzare mezzo mondo è proprio l'Iran degli ayatollah.
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"
Tommaso Fregatti: "Maxi-sequestro di eroina al porto, il più grande in trent'anni"
L'Iran che piaceva tanto a Obama & Mogherini
La guerra contro i narcos, che trasportano sulle navi migliaia di chili di cocaina dal Sudamerica o di eroina dal Medioriente, è fatta anche di astuzia e tanta pazienza. Non basta più, oggi, soltanto sequestrare lo stupefacente. Ma «serve capire piuttosto quali organizzazioni ci siano dietro, chi tira le fila del traffico», evidenzia Alessandro Giuliano, direttore centrale dello Sezione Criminalità Organizzata della polizia. E per farlo «occorre utilizzare le più moderne tecnologie in dotazione per combattere i narcotrafficanti», aggiunge deciso Marco Calì, dirigente della squadra mobile di Genova che nelle scorse ore ha portato a termine il sequestro di quasi trecento chili di eroina su una nave, il più grande degli ultimi trent’anni, e ha utilizzato per la prima volta in Europa lo strumento normativo della «consegna ritardata».
La «consegna ritardata» Un’operazione complicatissima che ha visto i poliziotti seguire la droga attraverso strade e autostrade di sei Paesi (Italia, Svizzera, Francia, Lussemburgo, Belgio e Olanda) per arrivare ad arrestare i due destinatari del carico e sequestrare auto e telefonini che permetteranno nuovi e interessanti sviluppi di inchiesta. Tra i detective che hanno seguito giorno e notte lo stupefacente c’è Bike (nome in codice), 47 anni, che lavora nell’antidroga da quindici. «Abbiamo mangiato barrette di cioccolato e ci siamo dati il turno per dormire, non potevamo mai perdere di vista quel camion, una scarica di adrenalina unica. Ho perso tre chili in tre giorni», racconta. L’indagine coordinata dal pm dell’Antimafia Federico Manotti certifica un’altra cosa. E cioè il ritorno dell’eroina. Stupefacente di nuovo in auge proprio nel mondo giovanile, dove viene fumato o inalato. Il carico vale 10 milioni di euro. E però se venduto al dettaglio avrebbe potuto tranquillamente arrivare anche a 50 milioni. L’indagine parte il 12 ottobre scorso, quando la Dcsa, la super agenzia che combatte i narcotrafficanti, segnala a Genova l’arrivo della portacontainer Artabaz, battente bandiera iraniana. È considerata una nave «sentinella». Può nascondere all’interno un grosso quantitativo di stupefacente. Il tragitto dell’Artabaz è anomalo. E anche questo è un campanello di allarme. Arriva a Genova dopo essere partita dal porto di Trabiz in Iran e aver navigato per i mari del Nord Europa.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante