Riprendiamo dalla GAZZETTA dello SPORT di oggi, 07/11/2018, a pag. 36, con il titolo "Cimolai sbarca in Israele: 'Hanno un progetto unico' ", il commento di Ciro Scognamiglio.
Davide Cimolai
Tra i nomi dei pro' senza contratto per il 2019, il suo era uno di quelli pesanti: ma adesso pub uscire da quella «scomoda» lista. Sì, Davide Cimolai ha trovato squadra: il 29enne friulano, lasciato libero dalla Groupama-Fdj, approda infatti alla Israel Cycling Academy, il primo team professionistico israeliano di alto livello, quest'anno visto anche al Giro d'Italia che scattava proprio da Gerusalemme. Un'altra bella notizia, dopo il recente matrimonio (20 ottobre) con Greta.
Nel 2010-2011 alla Liquigas, poi cinque stagioni nel gruppo Lampre fino alle ultime due annate alla corte di Arnaud Demare con la Fdj (ora Groupama-Fdj): da quando è professionista, Cimolai ha sempre corso per squadre di primissima fascia. Uomo veloce, anche se non sprinter classico, Davide ha colto cinque successi da pro' — il primo al Laigueglia nel 2015, anno in cui si è piazzato ottavo alla Sanremo — e nel periodo «francese» si è ritagliato il ruolo di «vagone» del treno di Arnaud Demare. Anche se il suo giorno più bello del 2018 è legato alla maglia azzurra: il 12 agosto a Glasgow, infatti, il «Cimo» è stato fondamentale per la vittoria europea di Matteo Trentin ed è diventata iconica la foto che lo vede esultare qualche istante prima che il capitano tagliasse, vittorioso, la linea bianca. Nel mese precedente, però, la squadra non lo aveva selezionato per il Tour de France e dopo il Binck Bank Tour (conclusosi il 19 agosto) non lo ha fatto più correre: chiaro segnale di un rapporto arrivato ai titoli di coda. L'Israel Cycling Academy è un team Professional, un gradino sotto le squadre World Tour, ma è molto ambizioso. «È una situazione che non riesco a capire. Non sono un campione, ma non mi reputo di certo l'ultimo arrivato. Rifarei tutto quello che ho fatto. Mi sono sempre sacrificato, svolgendo i compiti richiesti»: così Cimolai meno di un mese fa, quando il suo futuro agonistico era un punto interrogativo. Adesso le parole sono altro tenore: «Questo team ha un progetto unico. Sono fiero che mi abbiano scelto».
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