Riprendiamomdal CORRIERE della SERA di oggi, 03/11/2018, a pag.17 con il titolo "Antisemitismo, scatta l'indagine sui laburisti" la cronaca di Luigi Ippolito
IC titola "era ora!", ma questo non significa sottovalutare l'entrata in campo di Scotland Yard, se non andiamo errati è la prima volta che un partito politico viene inquisito con l'accusa di antisemitismo. Il nostro augurio - visto che l'accusa non ha nemmeno bisogno di indagini tanto è palese il risultato - incida fortemente sulle prossime elezioni britanniche.
Complimenti a Luigi Ippolito, è l'unico corrispondente ad averlo riportato.


Luigi Ippolito

Ecco il pezzo:
La ferita dell'antisemitismo nel partito laburista britannico si riapre: e in maniera ancora più dolorosa, se possibile. Perché Scotland Yard ha lanciato un'inchiesta formale per appurare se nella grande formazione della sinistra siano stati commessi «crimini d'odio» nei confronti degli ebrei. È un ulteriore colpo alla credibilità del leader laburista Jeremy Corbyn, che già questa estate era stato coinvolto direttamente nella polemica sull'ostilità antiebraica che alligna fra i laburisti: erano emerse foto della sua partecipazione a una cerimonia per i palestinesi di Settembre Nero e soprattutto era stato reso publico un audio in cui affermava che «i sionisti non capiscono il senso dell'umorismo inglese, anche se hanno passato tutta la vita in Gran Bretagna». Ma certamente non hanno riso gli ebrei laburisti, che si sentono sempre più marginali77ati nel partito. L'intervento di Scotland Yard è stato deciso dopo l'esame di un dossier che documentava casi di conclamato antisemitismo, come quello Antisemitismo, scatta l'indagine sui laburisti del militante che proclamava che «bisogna sbarazzarsi degli ebrei, che sono un cancro fra noi». Cressida Dick, la capa della polizia, ha precisato che sotto inchiesta non c'è il Labour in quanto tale, ma solo casi specifici: ci si chiede tuttavia perché la leadership del partito non sia intervenuta per tempo e abbia aspettato che si muovesse Scotland Yard. La reazione dei laburisti è stata cooperativa: «Se ci sono persone che hanno commesso crimini d'odio devono subire tutta la forza della legge - ha detto il vice leader Tom Watson -. Non c'è posto per loro nel partito». Ma restano i dubbi sulla capacità di giudizio di Corbyn, probabilmente offuscata dalla lunga militanza nella sinistra terzomondista e anti-imperialista, che considera Israele un avamposto del colonialismo: tanto da non accorgersi quando le legittime critiche alle politiche dello Stato ebraico scivolano nell'antisemitismo preconcetto. Il Labour ha adottato qualche mese fa, a fatica, un codice di condotta in materia: ma c'è voluta Scotland Yard per tradurlo in pratica.
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