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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Sicurezza, sanità, istruzione: i successi di Israele 17-08-04
Gli israeliani lavorano sino al 20 luglio per lo Stato. Solo dopo quella

data cominciano a mettersi in tasca i profitti del loro lavoro. Paragonati

agli americani, che per lo Stato lavorano solo fino all'11 aprile, forse

hanno buone ragioni per lamentarsi. Eppure, malgrado le altissime tasse che

devono pagare, sanno che la loro sicurezza e' al di sopra di ogni altra

valutazione.

Sicurezza e' una parola che a noi europei e' diventata famigliare a causa

del terrorismo islamista internazionale. In Israele, sin dalle prime

immigrazioni di fine '800, il senso profondo di quella parola e' cresciuto

insieme alle necessita' quotidiane di prefigurare la nascita del futuro

Stato ebraico. Una parola che nessuno ha mai sottovalutato, legata com'e'

alla difesa dei cittadini contro chi vorrebbe privarli delle loro liberta'.

Se oggi il terrorismo palestinese attacca con i missili Kassam le citta'

vicine al confine con Gaza, scenari di pericoli imminenti e molto piu' gravi

sono quelli che si aprono con la reale possibilita' che l'Iran possa dotarsi

in tempi brevi di armi nucleari. Con il preciso compito di lanciarle su

Israele, come ha minacciosamente e apertamente dichiarato il governo degli

Ajatollah. Israele ha dovuto quindi dotarsi di armi di difesa per garantirsi

al 100% contro ogni possible attacco. In questi giorni in California si sono

conclusi con successo I test del sistema anti-missile ''Arrow'', in grado di

intercettare e distruggere in volo I missili scud, anche quelli provenienti

da paesi lontani e non confinanti come l'Iran. Non meno vitale e' la

prevenzione. Grazie al satellite ''Ofek'', Israele e' in grado di

controllare dal cielo qualsiasi movimento nei paesi vicini che potrebbero

mettere a rischio la sua difesa. Malgrado gli ultimi quattro anni di

Intifada, che hanno causato non solo molti lutti ma anche danneggiato

seriamente l'economia, Israele ha saputo eccellere in maniera significativa

in molti campi. La mortalita' infantile e' inferiore a quella degli Stati

Uniti: sei per mille, mentre per l'educazione scolastica e' fra i primi

dieci paesi del mondo. Il livello delle universita' e' superiore a Svizzera,

Germania, Australia e Stati Uniti. Da rilevare che questi numeri includono

tutta la popolazione, ebrei e arabi. Numeri che potrebbero essere ancora

piu' importanti se, come dicevamo,la guerra al terrorismo e un indubbio

isolamento internazionale (pensiamo a organismi come l'ONU,ma non solo) non

avessero penalizzato scambi e rapporti economici.

Eppure Israele assicura ai suoi bambini un sistema scolastico fra i migliori

del mondo, mentre quello stesso mondo non ha nulla da dire a un Arafat che

ai bambini della sua gente indica il martirio come lo scopo piu' alto da

raggiungere. Diventate ''Shahid'',martiri, e' l'urlo ossessivo che TV e

media palestinesi da anni trasmettono con i risultati che conosciamo. Certo

Arafat, e con lui i suoi dirigenti, si guardano bene dall'applicare a se

stessi le medesime regole. Quando la moglie del rais, Suha, se ne ando'

quattro anni fa a Parogi con la figlia Zahwa, che oggi ha nove anni,

affitto' un intero piano dell'esclusivo 5 stelle hotel Bristol in Faubourg

St Honore' per la modica cifra di 15.000 $ a notte. Cosi' come riceve dal ''

prigioniero di Ramallah'' 150.000 $ al mese per l'esilio parigino. Ancora

oggi e' impossibile controllare quale strada prendono I finanziamenti che

Arafat continua a ricevere dagli organismi internazionali (Unione Europea in

testa). Una strada (di sicuro non fra le naggiori) adesso la conosciamo, e'

a Parigi, non lontano dall'Arco di Trionfo.

''Crisi, quale crisi?'' continua a ripetere il rais. La crisi c'e', eccome,

e proprio all'interno del mondo palestinese, che ha pagato un prezzo molto

alto per accorgersi alla fine che l'eliminazione di Israele era e rimane il

desiderio inappagato di una leadership rivelatasi storicamente

irresponsabile. Da questa crisi sta emergendo il nome di Mohammed Dachlan,

l'ex capo della sicurezza di Gaza e oggi fra gli oppositori piu' in vista di

Arafat. Vedremo quanto filo da torcere sapra'daragli.

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