Pittsburgh e l'imbarazzo degli ipocriti
Commento di Michèle Mazel
(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)
www.jforum.fr/pittsburgh-et-lembarras-des-bien-pensants.html
Le vittime dell'attentato alla sinagoga di Pittsburgh
Fedeli in preghiera. Uomini e donne. C’è persino una vecchia signora quasi centenaria. E all’improvviso, spunta fuori un unico individuo munito di armi pesanti che si mette a sparare "a casaccio”. A dire il vero, non proprio a casaccio: tutto questo accade in una sinagoga e Robert Bowers - questo è il suo nome - è venuto apposta per uccidere degli ebrei. Lo urlerà durante una sparatoria con le forze dell’ordine e lo ripeterà spontaneamente ai poliziotti a cui si arrende; d’altronde, la marea di odio che aveva postato sui social network non lascia spazio a dubbi. In quella mattina di Shabbat, quando decide di agire, lui sa bene dove trovare gli ebrei. Missione compiuta: ne ha ucciso undici, e ne ha ferito diversi. A priori, è difficile negare il mostruoso carattere antisemita del suo atto. Ma solo a priori. La realtà è che per anni l'antisemitismo si è sviluppato ed è dilagato nel mondo accademico americano - studenti e insegnanti - sotto le spoglie di dichiarazioni virtuose che condannano Israele. Circoli accademici che, va ricordato, si riconoscono prevalentemente nella sinistra liberale e nel partito democratico.
Fortunatamente, l'assassino appartiene al movimento di estrema destra. Dall'estrema destra al partito repubblicano, il passo è breve. Da qui nasce questo sorprendente titolo del New Observer del 28 ottobre: "Attacco antisemita a Pittsburgh: Trump è responsabile?” Il settimanale risponde mellifluamente, in caratteri più piccoli: “La sua responsabilità non è diretta, ovviamente. Ma il linguaggio del Presidente americano, gli obiettivi che sceglie e la violenza dei suoi attacchi sono terreno fertile per i pazzi e i fanatici”. E’ chiaro di chi è la colpa? Eppure questo signore, Robert Bowers, è nato nel 1972 e cresciuto sotto la presidenza di Ronald Reagan, poi di George Bush, Bill Clinton, Georges. W. Bush e durante gli otto anni della presidenza di Obama. Un amico d'infanzia del killer racconta che entrambi, allora adolescenti, si fabbricavano delle bombe artigianali. Fu nel 1996 che Bowers iniziò a comprare armi. Come sappiamo, nessuna maggioranza - democratica o repubblicana - è mai riuscita a mettere in discussione il diritto al porto d’armi, che è previsto dalla costituzione. E questo nonostante gli innumerevoli massacri perpetrati da killer armati fino ai denti, molto prima dell'elezione di Donald Trump - come Columbine, Sandy Hook, Fort Hood - e la lista è purtroppo molto lunga. Ma non fa niente. E’ lui, Trump, che è diventato Presidente nel gennaio del 2017, più di vent'anni dopo, ad essere accusato per la deriva di Bowers e per non aver fatto nulla contro la proliferazione delle armi nel suo Paese.
Quindi, il responsabile è Trump? Lungi dal trovare in lui una fonte di ispirazione, a Bowers questo Presidente non piace, lo trova troppo rammollito, troppo vicino agli ebrei. Si fa beffe dello slogan della campagna di Trump “Rendere di nuovo grande l’America” (“Make America Great Again”), un'impresa impossibile secondo lui, a causa dell’ “infestazione di ....” usando un termine volgare e peggiorativo per descrivere gli ebrei. La stampa occidentale non vuole soffermarsi su questo aspetto del dramma, immergersi nelle radici profonde dell'antisemitismo, ma soprattutto, non vuole guardarsi allo specchio che l'America le sta tendendo. Non vuole vedere cosa sta succedendo nella vecchia Europa. E in Francia, non vuole ascoltare il Ministro dell'Istruzione Superiore, della Ricerca e dell'Innovazione , che, mentre gli attacchi razzisti e antisemiti stanno aumentando negli ultimi mesi, ritiene che " L’antisemitismo e il razzismo nell'università riguardano tutti " Tutti, dalla sinistra alla destra. Informazione pubblicata da Le Monde il 23 ottobre, quattro giorni prima del massacro nella sinagoga.
Michelle Mazel