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La Stampa Rassegna Stampa
30.10.2018 Dietrofront del governo: la cancellazione delle pensioni dei perseguitati c'era stata
E' dovuto intervenire Mattarella. Cronaca di Andrea Carugati

Testata: La Stampa
Data: 30 ottobre 2018
Pagina: 4
Autore: Andrea Carugati
Titolo: «Ebrei vittime delle leggi razziali. Chiama il Colle e la pensione torna»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/10/2018, a pag. 4, con il titolo "Ebrei vittime delle leggi razziali. Chiama il Colle e la pensione torna", la cronaca di Andrea Carugati.

Senza la protesta, ieri, di Noemi Di Segni, non ci sarebbe stato il passo indietro dei 5stelle sul taglio delle pensioni dei perseguitati ebrei e e politici durante la Seconda Guerra Mondiale e la Shoah. Non si è trattato dunque di una fake news, ma di un provvedimento che è rientrato solo grazie alle proteste, terminate con l'intervento del Presidente della Repubblica.  La smentita è una fake news, ovvero una menzogna, una delle tante che propina il movimento di Grillo.

Ecco l'articolo:

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Andrea Carugati

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L’allarme lanciato dall’Unione delle comunità ebraiche e dalle associazioni dei deportati e dei perseguitati politici e razziali è arrivato fino al Quirinale. In mattinata dal Colle sono partite telefonate dirette ai piani alti del governo per avere delucidazioni sul taglio da 50 milioni - contenuto nel decreto fiscale - al fondo per gli assegni destinati alle vittime del fascismo e delle leggi razziali.
Il governo si è affrettato a correggere il tiro. Il risparmio di 50 milioni per il 2018 è stato confermato, ma il Mef ha assicurato che non ci sarà «nessuna riduzione delle pensioni di guerra, né dei vitalizi ai perseguitati politici e razziali». Si tratta, spiegano dal Tesoro, di «un allineamento dello stanziamento in bilancio alla effettiva erogazione delle risorse in base ai diritti soggettivi degli interessati».

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Noemi Di Segni

Un risparmio dovuto al calo del numero dei beneficiari nel corso dell’anno, spiegano dal governo. L’Ucei ha preso atto delle precisazioni, rimarcando che l’allarme era scattato dalla lettura dell’allegato al decreto fiscale pubblicato dalla Gazzetta ufficiale. Su quel documento, infatti, il taglio da 50 milioni era destinato a una maxi categoria che comprende pensioni di guerra e perseguitati politici e razziali (in totale il fondo è di circa 650milioni). Secondo il Mef, il risparmio «riguarda solo le pensioni di guerra», che sono svariate decine di migliaia,e non i perseguitati e i cittadini colpiti dalle leggi razziali (che sono poche migliaia di persone). Una precisazione necessaria a fugare i timori delle Comunità ebraiche. La quota del fondo destinata ai perseguitati ammonta infatti a 54 milioni. Un taglio da 50 milioni avrebbe significato nella sostanza un azzeramento degli assegni che ammontano a 500 euro al mese, e sono stati concessi dello Stato come “gesto riparatore” con una legge del 1955.

Diversi esponenti del M5S ieri sono intervenuti per escludere che ci possano essere tagli agli assegni. Il viceministro delll’Economia Laura Castelli ha chiamato personalmente la presidente dell’Ucei Noemi Di Segni e ha spiegato: «Queste sono risorse non spese e non riguardano il futuro. Si tratta di uno spostamento di soldi non utilizzati».
Le opposizioni, da Leu fino a Forza Italia passando per il Pd, hanno rilanciato l’allarme di Di Segni. «Correggete subito questa vergogna», l’attacco di Emanuele Fiano, il cui padre Nedo è stato deportato ad Auschwitz. La vicepresidente della Camera Mara Carfagna ( Forza Italia) ribatte a Castelli: «Il taglio al fondo per le pensioni ai reduci di guerra e alle vittime delle leggi razziali non è una fake news, ma un atto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Vediamo come il governo eviterà che al taglio di fondi corrisponda una decurtazione delle pensioni».

 

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