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Il Foglio Rassegna Stampa
29.10.2018 Serve fermezza contro i sostenitori 'presentabili' dello Stato islamico
Analisi tratta dal Times

Testata: Il Foglio
Data: 29 ottobre 2018
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Serve che diventiamo un po’illiberali»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 29/10/2018, a pag. III, l'analisi "Serve che diventiamo un po’ illiberali" tratta dal Times.

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Anjem Choudary

Cosa fai con un problema come Anjem Choudary?”, si chiede Melanie Phillips. “Nel 2016, è stato imprigionato per cinque anni e mezzo per aver invocato il sostegno per lo Stato islamico. Venerdì scorso è stato rilasciato dopo aver scontato metà della pena. Choudary, che è uscito di prigione secondo quanto riferito riaffermando il suo sostegno a Isis, non è un estremista irriducibile. Probabilmente ha avuto più influenza sulla radicalizzazione dei musulmani britannici rispetto a qualsiasi altro islamista. La sua rete al-Muhajiroun, bandita nel 2005 ma successivamente mutata in una serie di altri gruppi radicali proscritti, è stata collegata a uno dei due uomini che ha ucciso il soldato fuori servizio Lee Rigby nel 2013 e ha influenzato uno dei perpetratori dell’attacco terroristico del London Bridge del 2017. Il ministro delle prigioni Rory Stewart ha descritto Choudary come una ‘persona veramente pericolosa’. E’ stupefacente che un tale uomo debba essere liberato dalla prigione così presto. Questo a causa di una scappatoia nella legge. La liberazione anticipata dalla prigione per i prigionieri che servono la seconda parte della loro pena in licenza fu introdotta nel 1967 per dimezzare la popolazione carceraria. Ai sensi della legge vigente, alcuni delinquenti legati al terrorismo possono essere tenuti a scontare due terzi della loro pena in carcere o possono essere tenuti in custodia fino alla fine della loro pena a discrezione del Comitato per le libertà civili. Questo prolungamento della prigione, però, si applica solo ai reati di terrorismo che implicano armi o violenze o sono collegati a un vero e proprio atto di terrorismo, nessuno dei quali c’è nel caso di Choudary. Possiamo essere sicuri che la polizia e il servizio di sicurezza continueranno a controllarlo. Eppure gli anti islamisti sono convinti che riprenderanno tuttavia a diffondere il suo messaggio letale anche mentre sono in atto restrizioni. Choudary ha evitato l’arresto per molti anni sfruttando le scappatoie legali. Pochi credono che la minaccia che pone sarà ora neutralizzata, nonostante il costo pesante per il finanziamento pubblico del tentativo di farlo. Quindi cos’altro si potrebbe fare per fermarlo? Qui sta il paradosso potenzialmente autodistruttivo di una società liberale. A volte può solo difendersi adeguatamente se prende misure illiberali. Se rifiuta di farlo, potrebbe mettere in pericolo i suoi cittadini e mettere in pericolo il proprio ordine liberale. La solita argomentazione è che se violiamo i nostri valori liberali i terroristi avranno vinto. Questo non è, tuttavia, come la vedono. Il loro obiettivo non è quello di distruggere i valori liberali. Distruggere gli individui liberali e la loro intera società. O compromette i suoi principi liberali per difendere i cittadini britannici e la società liberale; o, se la purezza liberale è importantissima, io devo ammettere che ciò significherebbe essere conniventi con ulteriori violenze terroristiche e intimidazioni culturali. In conclusione, è una scelta che dovremo fare.”

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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