IC7 - Il commento di Daniele Scalise
Dal 22 al 28 ottobre 2018
Comunicazione e propaganda
Che la capillare propaganda filopalestinese sia efficace è cosa certa. Capillare e multiforme, in grado cioè di usare molti registri e altrettanti strumenti. Ultimo esempio, al momento di scrivere questa nota, la foto del giovane di Gaza che brandendo con la destra una bandiera che garrisce al vento, con l’altra fa roteare una fionda. Foto ‘involontaria’ di Moustafa Hassouna. La ‘cronaca’ (scusate le petulanti virgolette ma tutto il racconto le necessita) che ne viene fatta dal sito del Corriere della Sera è una summa di finta ingenuità, offensiva manipolazione del lettore e lettura rapita che parla di ‘bellezza tragica’ dell’ ‘istantanea’, rimando del tutto evidente a ‘La Liberté guidant le peuple’ di Delacroix. Questo solo per dire, se mai ce ne fosse stato bisogno, della versatilità, creatività e potenza della macchina apostolica e pubblicitaria di Hamas&Co. Il merito non va solo all’abilità dei produttori quanto al tambureggiante ricorso a miti che colpevolizzano l’Occidente accusato di ogni nequizia e alla diligente applicazione della vecchia lezione goebbelsiana: “se dici una menzogna enorme e continui a ripeterla, primo o poi il popolo ci crederà”. Il merito è dunque il risultato di un combinato disposto in cui elementi politici e ideologici pur discordi, quando non addirittura ostili tra loro, trovano un terreno e una lingua comuni nella visione anti-israeliana e utilizzabili tanto dal militante sinistro che sbandiera il vessillo degli ‘oppressi’, da quello destro che può tornare ad esprirmere impunemente e ad alta voce la propria bile antisemita fino al cattolico che torna a predicare l’antico e mai sopito odio antigiudaico. Viene allora da chiedersi come contrastare questo fiume avvelenato tenendo in considerazione un altro dato: molti ignorano le nozioni più elementari che riguardano Israele e il conflitto che suo malgrado la coinvolge, mentre prevalgono versioni che parlano di ‘terra rubata’, ‘diritti palestinesi negati’, di ‘uso indiscriminato e impari della forza’ e amenità del genere. C’è spesso una difficoltà soggettiva e oggettiva a comunicare un briciolo di verità a coloro che ignorano cosa sta succedendo e che si trovano a nutrirsi di ciò che passa il convento mediatico. Credo che sia necessario da parte di tutti noi di uno sforzo non pedagogico ma informativo che faccia ricorso a strumenti con alto tasso diffusivo senza ricorrere né a semplificazioni né a un’inutile propaganda.
Una immagine esempio di propaganda araba palestinese
Partendo da lavoro davvero eccellente e sacrosanto (non lo dico per cortesia nei confronti dell’ospite ma con sincera convinzione) che quotidianamante fa Informazione Corretta dovremmo forse immaginare la produzione e la diffusione di prodotti rapidi di seria e controllata informazione su cosa è davvero Israele e ciò che riguarda lo Stato Ebraico, informazioni cruciali che riguardino la storia, la cultura, l’economia, le idee, la società israeliana e insieme anche la nostra. Un prototipo eccellente è il breve e intenso video di Rav Jonathan Sacks sulle mutazioni dell’antisemitismo pubblicato da Informazione Corretta. Su un tema su cui di solito si versano fiumi di inchiostro la sintesi è efficace senza penalizzare la complessità dell’argomento. Questo perché la verità è semplice ma, per i misteriosi labirinti delle nostre menti, facciamo fatica a ricorrervi. Immagino Informazione Corretta come la piattaforma ideale su cui costruire e da cui lanciare webinars, video YouTube, commenti sintentici, spiegazioni e quant’altro. La brevità, come nel caso del video suddetto, incoraggia l’ascolto e facilita la diffusione. In modo da non lasciare il territorio della comunicazione nelle mani di quegli astuti che costruiscono il Muro dell’inganno pietra dopo pietra, foto dopo foto, notizia dopo notizia.
Daniele Scalise
