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Gentilissima Signora Fait, nel caso di Bergamo, non si tratta di una chiesa ‘vuota’ per mancanza di fedeli. Era la cappella di un complesso ospedaliero ora destinato ad altro uso e, dopo la chiusura del vecchio ospedale, era stata data in comodato alla comunità ortodossa romena, la quale ha anche partecipato all’asta per acquistarla, ma ha offerto, purtroppo, una somma inferiore. Leggo, però, in questo momento che il governatore della Lombardia ha annunciato che la Regione intende esercitare il diritto di prelazione sull’edificio, che è soggetto a vincolo storico-artistico (e mi chiedo in che termini fosse stato redatto il bando, se una comunità islamica ha ritenuto che l’edificio potesse essere adatto alle sue esigenze di culto). Speriamo in bene! Con i più cordiali saluti, Annalisa Ferramosca P.S.: Un vivo ringraziamento ad Israele per aver provveduto ai necessari restauri della Cappella di S. Michele nel complesso della Basilica del S. Sepolcro, stanziando anche i relativi fondi. Copti ed etiopi, ortodossi entrambi, disputano sulla proprietà della Cappella da decenni, invocando provvedimenti di epoca ottomana e sentenze israeliane (pare che entrambe le comunità abbiano adito, in momenti diversi, i tribunali israeliani e sarebbe per me molto interessante sapere se davvero abbiano ottenuto, e come, sentenze incompatibili fra loro) e, purtroppo, il geloso amore per il più santo dei Luoghi santi cristiani di tanto in tanto scalda gli animi oltre il livello di guardia.
Gentile Annalisa, premetto che non capisco come si possa vendere una chiesa, patrimonio storico e culturale del Paese, tra l'altro costruito con i soldi pubblici. Mi risulta inoltre ancora più incompresnibile che si possa accettare di venderla ai musulmani, anche se hanno vinto l'asta, i quali nei loro paesi le bruciano e ammazzano i cristiani, senza contare che se uno tocca solo una pietra di una qualsiasi moschea, si ritrova con la testa mozzata. Un cordiale shalom |
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