Riprendiamo oggi, 28/10/2018, da NAZIONE,RESTO del CARLINO, GIORNO il commento di Roberto Giardina sulla strage nella sinagoga di Pittsburgh
Roberto Giardina Pittsburgh, la sinagoga
Israele è una piccola terra, in chilometri quadrati misura quanto la Toscana o la Sicilia, chilometro più chilometro meno. Ma è vasta quanto il mondo. Quel che avviene in Israele ha un effetto immediato a Londra o a Mosca. A casa nostra, ovunque si trovi. Chi di noi saprebbe indicarla sulla carta geografica? Tutti siamo sicura di sapere dove si trovino Gerusalemme o Tel Aviv. L'antica città della Bibbia e la moderna metropoli, nata tra le dune all'inizio del secolo scorso distano 40 minuti in autostrada, ora con un treno veloce meno di mezz'ora. Apparentemente le dividono millenni di storia, ma in realtà hanno una sola anima. Da maggio si muore perché Donald Trump ha deciso di spostare l'ambasciata americana dal Mediterraneo, da Tel Aviv, nel cuore del Paese. «Ebrei dovete tutti morire», ha gridato il terrorista a Pittsburgh. E' probabile che abbia ucciso anche per questo motivo. Eppure la decisione di spostare I' ambasciata fu presa vent'anni fa, e il trasloco è stato rimandato in attesa del giusto momento. Ma quando mai arriverà? Gli adolescenti, perfino i bambini, e le donne che ogni venerdì si lanciano dalla Striscia di Gaza contro il confine israeliano si sacrificano per il volere di Hamas. Sono stato su quel confine l'anno scorso per i 50 anni della guerra dei Sei giorni. Sono convinto che i palestinesi vorrebbero vivere in pace nelle terre in cui risiedono oggi, e non sacrificarsi perché la bandiera a stelle e strisce non sventoli su un palazzo a Gerusalemme. Nessun territorio al mondo riceve più aiuti internazionali in rapporto all'estensione e agli abitanti della Striscia di Gaza. Dovrebbe essere una terra rigogliosa, eppure i palestinesi vivono in condizioni inumane. Chi può credere che sempre Israele sia responsabile per i milioni di dollari che spariscono? E scontato intuire in quali tasche. A Pittsburgh sono morti almeno undici ebrei, e un solo uomo ha ucciso ancora una volta le speranze di milioni di uomini e donne. Un terrorista per gli uni, un martire per gli altri? Un atto che distrugge senza uno scopo non pub essere definito. Anche follia potrebbe suonare come una giustificazione.
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