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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Come arriva in Italia l'informazione da Israele 22-03-04
PRIMA PARTE:



Come lavorano i corrispondenti italiani in Israele ? Chi sono i giornalisti che con i loro servizi orientano il giudizio dei lettori italiani ? Giornali, agenzie stampa, Tv, quali sono i criteri che ne guidano le scelte ? Cominciamo da qui una breve inchiesta per capire come mai gli articoli che leggiamo sono quasi sempre orientati in una sola direzione: quella filo-palestinese. L'onore dell'apertura spetta all'Ansa, la nostra maggiore agenzia. Il suo sito internet è tra i più diffusi, la maggior parte dei nostri giornali si serve dell'Ansa per le notizie brevi, sovente le più semplici da leggere, quindi le più seguite. I suoi pezzi sono anonimi, quindi niente firme. Nel suo ufficio israeliano lavorano diversi giornalisti, non solo italiani,anche israeliani, e proprio recentemente è stato nominato un nuovo responsabile. Curioso comportamento quello dell'Ansa. Chiunque sia a scrivere le notizie, quelle che vengono riportate sono in genere le fonti palestinesi. Vengono regolarmente "dimenticati" tutti quei particolari che, se riportati, darebbero al lettore una visione ben diversa dell'accaduto. Di un palestinese ucciso dai soldati israeliani si omette di dire che era armato, quindi titolo e contenuto si riferiscono a un "palestinese ucciso da Israele". Se un minorenne viene colpito in uno scontro a fuoco fra terroristi palestinesi ed esercito israeliano non viene scritto che i terroristi usano la presenza di ragazzini per poterla poi sfruttare contro la "violenza del fuoco israeliano". Le notizie Ansa quasi sempre sono unidirezionali: mai scrivere di fatti che possono mettere in cattiva luce l'Autonomia palestinese, quindi nulla che possa far capire i lettori della corruzione di Arafat e del suo sistema oppressivo, ma rilevare solo disagi e sofferenze dei palestinesi. Non solo Ansa , anche agenzie minori ( come quelle di cui si serve il Corriere della Sera on line) seguono gli stessi criteri. Con il risultato che chi legge il Corriere/giornale -enormemente migliorato dopo l'arrivo alla direzione di Stefano Folli- ha una informazione sul Medio Oriente completamente diversa da quella che appare sul sito internet del quotidiano di via Solferino. Dalle agenzie ai corrispondenti. Se escludiamo i giornali che da sempre offrono ai propri lettori una visione equilibrata del conflitto mediorientale (Libero,Giornale, Foglio) quasi tutto il resto della stampa italiana è orientato sul versante palestinese. Nel citare la Stampa, teniamo fuori dal mucchio Fiamma Nirenstein, senza dubbio oggi la più coraggiosa ed influente commentatrice che scrive da Gerusalemme. Ma il resto del quotidiano, soprattutto nella sua sezione esteri, brilla per i titoli sbilanciati e per le fotografie tutte immancabilmente in funzione propalestinese. La barriera di sicurezza è per il 97% un rericolato ? Bene, sulla Stampa si vedrà solo e sempre quel 3% che invece è di cemento. Con gli effetti sui lettori che si possono immaginare.

Del Corriere, con la svolta significativa di Folli, si è detto.E segnaliamo volentieri le ottime corrispondenze di Davide Frattini, che finalmente ci racconta un Israele nei suoi aspetti non solo legati alla guerra. Sempre la solita minestra, invece, su Repubblica. Dopo la fase Franceschini, che si era fatto apprezzare per l'equilibrio e l'imparzialità, è arrivato Alberto Stabile, con il quale Repubblica non sente quasi più il bisogno degli editoriali di Viola/Valli per mettere sotto accusa ogni tanto lo stato ebraico. Ci pensa Stabile in ogni corrispondenza. E'lo stile del quotidiano dell'ing.De Benedetti. Sostituire Sharon a Berlusconi e l'articolo è belle che pilotato. La stampa cattolica non è da meno. Non soddisfatto di fare il muezzin sulla Stampa, appare sovente su Famiglia Cristiana Igor Man, che da trent'anni è il paladino di tutte le cause arabe, va da sè quindi in funzione anti-Israele. Così come l'Osservatore Romano, di solito algido nelle descrizione di ogni avvenimento internazionale, quando si tocca Israele perde l'equilibrio e rispunta un po'dell'odio antico. Non cose gravi, ma la differenza di trattamento si vede. Una lode invede ad Avvenire, o almeno al suo corrispondente Graziano Motta, che non finiremo mai di apprezzare abbastanza per l'accuratezza ed la sostanziale equidistanza dei suoi articoli. Purtroppo non è il solo a scrivere sull'argomento ed il quotidiano della CEI si rifà abbondantemente con altri articoli in genere pesantemente squilibrati.

Il Messaggero e il Mattino sembrano poi delle brutte copie del Manifesto. Non a caso, il quotidiano napolentano ha in comune con il giornale comunista il corrispondente Michele Giorgio. Sul Messaggero Eric Salerno sembra fargli velo la capacità di vedere in modo non strabico quello che gli passa davanti agli occhi. Ad Israele vengono attribuite ogni sorta di malvagità. Il terrorismo che lo insanguina, un fattore di secondo piano. Due quotidiani leader a Napoli e a Roma che orientano l'opinione dei loro lettori in una unica direzione. Con l'aiuto anche loro di una titolazione compiacente e l'uso a senso unico delle immagini.

Si salva almeno il quotidiano della Confindustria, espressione del grande potere economico, dove, secondo una immaginazione malata dovrebbe nascondersi la "potente lobby ebraica" ? Macchè, Ugo Tramballi, l'esperto di Israele e mondo arabo, sarebbe giudicato un po' troppo estremista persino al già nominato Manifesto! Non c'è analisi, non c'è articolo dove Israele non sia sul banco degli accusati. Ed è Il Sole24 Ore, non una Liberazione qualsiasi.

Non abbiamo ancora detto dei giornali di partito, di quelli di provincia e dell'informazione televisiva.

Lo faremo nella prossima puntata, nella quale cercheremo anche la spiegazione del perchè una fetta così importante della nostra informazione va in una sola direzione: contro Israele.











SECONDA PARTE:



Israele vista con gli occhiali palestinesi, è questa l'immagine che arriva in Italia dalla maggior parte dei nostri giornalisti a Gerusalemme, come abbiamo visto nel nostro articolo precedente. Non solo però i grandi organi di informazione soffronto di miopia e strabismo. Anche la stampa di provincia che, pur con una distribuzione limitata, ha tuttavia una grande presenza nella realtà locale. Giornali come l'Eco di Bergamo, il Gazzettino di Venezia, il Piccolo di Trieste, il Giornale di Vicenza e tanti altri che quasi sempre coprono le notizie estere con i servizi Ansa (abbiamo visto come la nostra maggiore agenzia disinformi con regolarità quotidiana dal Medio Oriente) ogni tanto pubblicano articoli di analisi sul conflitto israelo-palestinese. Possiamo dire tranquillamente che i commenti sono tutti contro la posizione israeliana. Certamente l'influenza dei grandi media si riflette sulle testate minori, ma è curioso che siano solo i pregiudizi anti-Israele ad attecchire, mentre gli esempi positivi (ce ne sono,eccome) non lasciano traccia. Ed è sui giornali di provincia dove Ansa, Asca e altre agenzie recano i danni maggiori che derivano dalla mancanza di obiettività. Le testate di partito non sono da meno. L'Unità si distingue per la quotidiana raffica di articoli di Umberto De Giovannangeli nei quali viviseziona il comportamento di Israele. Anche quando non può fare a meno di registrare quel che non quadra nella parte palestinese, si può stare sicuri che la responsabilità viene attribuita comunque allo stato ebraico. Il quotidiano DS, diretto da quel gran navigatore in ogni tipo di acque che si è rivelato Furio Colombo, adotta poi la tecnica da sempre usata a sinistra quando si vuol colpire Israele: negare di farlo, portando a propria difesa qualche intervista ad Avi Pazner,portavoce di Sharon,oppure a Elie Wiesel, tutti amici del direttore nei tempi in cui Colombo veniva paragonato ad un falco sionista da quegli stessi che ora lo accompagnano di girotondo in girotondo. Non è da meno Europa, quotidiano della Margherita, ex.Popolo democristiano. Dal quale ha ereditato tutto il peggio. Il cattocomunismo in versione quotidiana, tutte le posizioni terzomondiste della vecchia DC, rappresentate oggi dall'ex radicale convertito Rutelli. Inutile dire che l'esperto Filippo Cicognani non smentisce la tradizione democristiana da sempre ostile allo stato ebraico. Non entriamo in merito a giornali come il Manifesto,Liberazione o Linea. Dai comunisti duri e puri ai fascisti puri e duri la differenza sta solo nella testata. La posizione è identica.

Due parole è bene spenderle sulla cosidetta stampa gratuita, Leggo, Metro, City. Che è vero non costano niente, ma che pubblicando soprattutto notizie di agenzia, rappresentano la beneficiata di Ansa e simili. Mai letto nemmeno una riga equilibrata.

E la TV ? Con la sostituzione di Paolo Longo l'informazione Rai è decisamente cambiata. Non è che Claudio Pagliara, che dirige l'ufficio di Gerusalemme dell'ente di stato, sia un laudatore di Israele. Molto più semplicemente svolge in modo onesto la sua professione di cronista. Per chi era abituato a Riccardo Cristiano e a Paolo Longo (in coppia con Marc Innaro), sembra un miracolo. La Rai è passata dalla disinformazione all'informazione. Si noti, non di parte. Informazione corretta, accurata e basta. Come dicevamo, un miracolo. Dispiace non seguire più i servizi di Cristiano Fubiani alla 7, un reporter sempre equilibrato. Mediaset non si sbilancia. Non ha un ufficio di corrispondenza, i servizi sono perlopiù redazionali, ogni tanto un inviato. Non è ostile ma nemmeno equilibrata. Si avverte l'attenzione di non "dispiacere a sinistra" . Esiste poi una infinità di canali TV in gran parte di provenienza Rai (Televideo, Rainews24 ecc) che sono rapportabili all'informazione che ci passa Rai3, l'ex TeleKabul di non rimpianta memoria. Lì è rimasto tutto come prima. Reti di pura propaganda, come se non esistesse alcun pudore nel distorcere le notizie.

Il lettore non pensi che abbiamo esagerato. Tutte le testate citate sono a sua disposizione per essere esaminate. Lo faccia però con occhio attento, perchè la manipolazione delle notizie, per essere avvertita, richiede allenamento. Non è grossolana, altrimenti non raggiungerebbe il suo scopo. Ma le tecniche che abbiamo sottolineato è facile verificarle. Dopodichè diventa difficile accettare per buono ciò che invece puzza di marcio. Perchè, ci chiediamo in molti, perchè questa ostilità verso Israele, che non ha nessuna spiegazione logica. Già, perchè. Perchè il pregiudizio antiebraico, non potendosi più esprimere liberamente dopo lo sterminio della seconda guerra mondiale, ha trovato di nuovo il modo di rinascere. E' bastato sostituire la parola ebrei con israeliani, e tutto ridiventa lecito. Demonizzare, delegittimare Israele, non capire le ragioni per le quali è in gioco la sua stessa soprvvivenza, pretendere tutto da Israele e minimizzare il terrorismo che vuole distruggerla. In questa guerra insensata contro uno stato democratico sono tanti quelli che hanno scelto di essergli contro. Noi no.

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