Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/10/2018, a pag.16, con il titolo "Re Abdallah cancella un pezzo dell'intesa di pace con Israele" il commento di Giordano Stabile.
Se il re giordano Abdallah vuole finire di governare il proprio Paese, non ha che da continuare su questa strada. Suo padre, infatti, solo grazie all'aiuto israeliano (e, prima, al massacro di migliaia di palestinesi -Settembre Nero, 1970-ignorato dai media internazionali) riuscì a conservare il potere ad Amman. Lo stesso vale per il figlio: la Giordania infatti dipende in gran parte per la sicurezza dall'aiuto di Gerusalemme.
Ecco l'articolo:
Giordano Stabile
Re Abdullah di Giordania
Re Abdullah di Giordania ha annunciato che non rinnoverà parte del trattato di pace firmato con Israele nel 1994. I punti in questione sono due disposizioni annesse che cedevano per 25 anni allo Stato ebraico i villaggi di Al-Baqoura, nel Nord della Valle del Giordano, e di Al-Ghumar, vicino al Golfo di Aqaba.
La scadenza della cessione territoriale è il prossimo giovedì, ma il sovrano ha deciso di non rinnovarla. Re Abdullah deve fronteggiare una forte opposizione interna che chiede il ritorno alla piena sovranità dei territorio. Ottantasei parlamentari hanno firmato una petizione. I territori erano stati conquistati da Israele subito dopo la guerra del 1948-1949 e la componente palestinese della popolazione, circa la metà dei 10 milioni di abitanti, li considera parte della Palestina.
La disdetta di Amman riguarda l’affitto (di 25 anni) di due aree agricole di confine tra Giordania e Israele: la prima (Baqura, in arabo, Naharaym in ebraico) si trova a Sud del Lago di Tiberiade, nel Nord. Proprio qui nel 1997 si consumò un feroce attentato ad opera di un soldato giordano che sparò su un gruppo di studentesse israeliane uccidendone sette. Fu lo stesso re Hussein (padre di Abdallah) a recarsi in Israele per porgere le proprie condoglianze ai familiari. La seconda area - al-Ghamr in arabo, Zofar in ebraico - si trova a Sud nel deserto del Neghev.
Venerdì c’è stata una grande manifestazione ad Amman per chiedere il ritorno dei territori e addirittura la cancellazione di tutto il trattato di pace. Le relazioni fra Giordania e Israele sono peggiorate dopo il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme. Il sovrano hashemita è il «custode» della moschea di Al-Aqsa e ha una attenzione particolare alla Città Santa e si è finora opposto alle proposte americane e saudite per regolare la questione israelo-palestinese.
Il trattato di pace con la Giordania, noto come trattato di Wadi Arabah, è il secondo firmato da Israele con un Paese arabo, dopo quello con l’Egitto. Consiste in 30 articoli e cinque disposizioni annesse, due che riguardano appunto Al-Baqoura e Al-Ghumar. «Sono in cima alla lista della nostre priorità», ha scritto in un tweet di Re Abdullah.
L’annuncio del sovrano hashemita ha destato preoccupazione in Israele, poiché il Trattato è una pietra angolare della pace in Medio Oriente assieme a quello con l’Egitto. Il premier Benjamin Netanyahu ha subito detto che Israele intende avviare «trattative con la Giordania per verificare la possibilità di un’estensione delle intese esistenti» che fanno parte di un Trattato «importante e prezioso per entrambi i Paesi».
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante