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Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


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La Stampa Rassegna Stampa
20.10.2018 Arabia Saudita: gli sconfitti di Mohammed Bin Salman cercano la rivincita
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 20 ottobre 2018
Pagina: 12
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Riad ammette: 'Khashoggi ucciso dopo una lite' - Resa dei conti nella corte saudita. Assediato il principe Bin Salman»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/10/2018, a pag.12, la breve "Riad ammette: 'Khashoggi ucciso dopo una lite' ", con il titolo "Resa dei conti nella corte saudita. Assediato il principe Bin Salman" il commento di Giordano Stabile.

Ecco gli articoli:

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Jamal Khashoggi

"Riad ammette: 'Khashoggi ucciso dopo una lite' "

Il giornalista Jamal Khashoggi è morto durante una colluttazione con gli agenti che volevano arrestarlo al consolato di Istanbul. E’ questa la conclusione preliminare della commissione d’inchiesta saudita sulla scomparsa dell’editorialista del Washington Post. L’annuncio è stato dato ieri sera dalla tv di Stato di Riad. Le autorità saudite hanno istituito una commissione composta da ufficiali della sicurezza nazionale, il ministro degli Esteri e quello dell’Interno. Dai primi elementi emersi risulta che fra Khashoggi e gli uomini arrivati da Riad il 2 ottobre sia scoppiata una lite, seguita da uno scontro fisico che “ha portato alla sua morte”. Diciotto sauditi sono stati arrestati: fra loro ci sarebbero il consigliere di corte Saud al-Qahtani e il numero due dell’Intelligence, il generale Ahmed al-Asiri.

Giordano Stabile: "Resa dei conti nella corte saudita. Assediato il principe Bin Salman"

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Giordano Stabile

I principali esponenti della famiglia Saud sono riuniti in conclave da giorni per decidere la sorte del principe ereditario Mohammed bin Salman. I suoi avversari, indeboliti dalla purghe dello scorso novembre, non hanno la forza di scalzarlo: puntano alla nomina di un vice-principe ereditario per circoscrivere i suoi poteri, con l’assenso di Re Salman. Il sovrano continua a difendere l’erede al trono ma vuole soprattutto preservare la linea di successione diretta da lui imposta, di padre in figlio, e sarebbe disposto a sostituire Mohammed con il figlio cadetto Khalid, 30 anni. Re Salman, 82 anni, affetto da una leggera forma di demenza senile, è tornato al centro del potere saudita.

Nella prima settimana seguita alla scomparsa di Jamal Khashoggi non era consapevole della crisi, anche perché ha delegato gli affari quotidiani al figlio. Poi ha preso il timone e reagito alla valanga di indiscrezioni da Istanbul che stavano travolgendo la reputazione del Regno. L’11 ottobre ha inviato in Turchia il suo consigliere più fidato, Khaled al-Faisal, governatore della Mecca. Al-Faisal ha proposto l’istituzione di un gruppo investigativo congiunto con la Turchia. Il re ha poi disposto l’apertura dell’inchiesta interna. Il primo risultato è stata l’individuazione di un capro espiatorio, il numero due dell’Intelligence, il generale Ahmed al-Assiri. L’accusa sarebbe di aver «frainteso una autorizzazione verbale del principe a catturare Khashoggi per un interrogatorio in Arabia Saudita» e di averlo invece fatto uccidere.

Questa mossa servirà a tamponare il fronte esterno. Ma è chiaro che Mbs ha peccato di presunzione e non ha compreso che uccidere un editorialista del Washington Post, in qualche modo un simbolo della libertà di espressione anche in Occidente, era troppo. Ora il re gli chiede di sacrificare uno dei suoi uomini più fidati. È un primo colpo. Sul fronte interno il suo destino si gioca nel Consiglio di Fedeltà, il massimo organo consultivo del Regno, composto dal sovrano, il principe ereditario, sette figli ancora in vita del capostipite Abdulaziz e 19 suoi nipoti. Nel maggio del 2015 Re Salman ha convinto gli altri membri a nominare il figlio principe suo erede, uno strappo alla tradizione monarchica dei Saud, dove la successione è sempre stata di fratello in fratello. Subito dopo Mbs ha abolito la carica di vice-principe ereditario, per non avere nessun impaccio.
Ora il Consiglio, secondo fonti diplomatiche del Golfo, vuole ristabilire la carica. Il nome prescelto dirà molto sulla sorte di Mbs: «Se sceglieranno un giovane di un altro ramo della casa reale vuol dire che Mbs conserverà il potere, perché la sua carica è comunque più importante. Se il prescelto sarà il fratello minore Khalid sarà segno che è destinato a essere sostituito dal cadetto, a tempo debito». Khalid è stato richiamato in patria da Washington, dove è ambasciatore. Oltretutto sembra che abbia rifiutato di tendere lui la trappola a Khashoggi, che in un primo momento si era rivolto all’ambasciata in America per ottenere i documenti del divorzio. Il piano è stato poi spostato al consolato di Istanbul.

Khalid sarebbe gradito anche alla Casa Bianca, perché permetterebbe di disinnescare alcune delle crisi regionali senza interrompere le riforme sociali ed economiche che Mbs ha comunque portato avanti, anche se nella totale repressione del dissenso. Trump ed Erdogan vorrebbero soprattutto la fine del blocco al Qatar: il leader Usa per ricompattare il fronte sunnita del Golfo contro l’Iran; il rais turco per ripagare l’alleato dell’aiuto finanziario, 15 miliardi, concesso durante la crisi della lira turca.

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