LIMES di settembre 2018 è dedicato interamente a Israele. Il titolo del volume di quasi 300 pagine è "Israele, lo Stato degli ebrei", all'interno sono numerosi gli interventi, in gran parte sulla "Legge della nazione" recentemente votata alla Knesset, il Parlamento israeliano.
A fianco di pochi saggi condivisibili e informati, a partire da quello di Sergio Della Pergola e da quello di Daniel Reichel, la maggior parte dei contenuti (e l'apparato di mappe) è esplicitamente finalizzato a cavalcare e diffondere la vulgata anti-Israele. La strategia del direttore Lucio Caracciolo è chiara.
Lucio Caracciolo: il volto 'presentabile' della propaganda contro Israele
Ecco alcuni esempi dei contenuti peggiori del volume:
Dario Fabbri, "L'involontaria affermazione dell'impero israeliano", sostiene che in Israele la democrazia sia impossibile dopo la Guerra dei sei giorni, che avrebbe segnato l'inizio di una situazione in cui "gli ebrei sono stirpe dominante, gli altri sotto". La "Legge sulla nazione", in quest'ottica, viene a "confermare una costruzione imperiale".
Umberto De Giovannangeli, "Una legge geopolitica: la Terra di Israele è superiore allo Stato" e "Gli arabi d'Israele da 'popolo invisibile' a popolo cancellato", scrive di "penalizzazioni sociali, economiche e politiche" nei confronti degli arabi israeliani. Una vecchia conoscenza...
Elena Dusi e Paolo Pieraccini, "Come Israele sta riconquistando Gerusalemme", danno ogni colpa a Israele per l'assenza - a oggi - di una soluzione di pace stabile e scrivono di una "strategia dei fatti compiuti dello Stato ebraico" che "preclude una soluzione condivisa".
Non manca un attacco diretto a Benjamin Netanyahu. Ci pensa Guido Sechi, "Bibi cerca sponde baltiche: la memoria della Shoah viene dopo l'interesse di Israele", in cui afferma che Netanyahu non sia interessato alla memoria della Shoah e sia disposto a stringere legami anche con regimi dai governi nazionalisti e nostalgici.
Basta! bugie su Israele
Oltre alla faziosità complessiva di questi contenuti e dell'intero volume (non è peraltro la prima volta che Limes dedica un approfondimento esclusivo a Israele), risalta chiaramente un grande assente. Si tratta, ovviamente, del terrorismo arabo palestinese e dei suoi sostenitori, a partire dalla Fratellanza Musulmana e dall'Iran degli ayatollah. Un buco nero che non ha giustificazione e che Limes non si preoccupa di colmare e tanto meno di giustificare. E' quella che su IC da anni definiamo menzogna omissiva.