Gentilissima Deborah , ho visto anch 'io la puntata di Ulissè ,e anch ' io ero come pietrificata e tanto tanto commossa e nello stesso tempo avevo timore che dicesse qualcosa di potermi deludere come fanno tanti documentari quando c 'è il tema della Shoah . E invece no ! Era comosso e sincero . Così ho potuto dare sfogo alla mia emozione . Grazie ad Alberto Angela figlio , e grazie a lei Deborah .
Wanda Ardizzon
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Gentile Deborah, ho molto apprezzato il suo commento alla trasmissione di Alberto Angela dedicata al ricordo della razzia al ghetto ebraico di Roma, un programma pieno di riflessioni, capace di condensare in due ore l'immane tragedia della Shoah. è però su questa parola che vorrei un sua riflessione. Angela, così attento nel suo racconto, non l'ha quasi mai pronunciata, sostituendola con l'insopportabile 'olocausto'. è mai possibile che non conosca la differenza? Chiamare olocausto il genocidio ebraico è abitudine di chi ne ignora il significato. mi rendo conto che di fronte all'ottimo lavoro di Angela ne rappresenta un aspetto minore, ma non per questo meno rilevante. mi piacerebbe conoscere il suo pensiero. grazie per i suoi commenti e per il lavoro di informazione corretta che seguo quotidianamente,
Matteo Fortuny
Gentili Wanda e Matteo,
Alberto Angela era così coinvolto, così sincero e onesto durante tutta la trasmissione che ha avuto un enorme successo di ascolti e, fortunatamente, di gradimento. Non ho letto finora nessun commento velenoso o addirittura antisemita. E' evidente che quando un argomento così terribilmente tragico, viene affrontato con il cuore, con dovizia di prove e di documenti che ne testimoniano la verità, non può dare spazio ai cretini, li annienta, quindi hanno almeno il buon gusto di tacere. E' vero che Alberto Angela non ha mai pronunciato la parola Shoah, è stata l'unica nota stonata. Olocausto non c'entra niente con il genocidio del popolo ebraico quindi sentirla pronunciare da fastidio come un gesso che stride sulla lavagna. Non ho voluto rilevarlo nel mio articolo perchè sono sicura sia stato detto in buona fede o, forse, nel timore che il pubblico non capisse il significato della parola ebraica Shoah. Forse bastava spiegarlo all'inizio puntata e avrebbe risolto. Tutta la trasmissione è stata talmente perfetta, coinvolgente nella sua atrocità non umana, talmente dolorosa da ascoltare ma anche da raccontare, e la sofferenza di Angela era palese, che non ho voluto rovinarla con quel particolare, per noi ebrei fondamentale, forse non altrettanto per chi ebreo non è.
Un cordiale shalom
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